
Manuel Mastrapasqua e Daniele Rezza
Rozzano (Milano), 18 settembre 2025 – “L’applicazione delle attenuanti generiche non può dipendere dal luogo di residenza dell’imputato, (in questo caso di Daniele Rezza condannato a 27 anni per avere ucciso Manuel Mastrapasqua per rubargli un paio di cuffiette da 14 euro) perché tale soluzione darebbe luogo a un odioso pregiudizio, in base al quale tutti gli abitanti del Comune di Rozzano (ma non solo) sarebbero maggiormente inclini alla delinquenza e, di conseguenza, dovrebbero godere di un trattamento sanzionatorio favorevole, quasi a compensare una presunta incapacità dello Stato a colmare lacune educative e devianze sociali in una determinata area geografica”.

"Non ci sono attenuanti di residenza”
La giudice della Corte d’Assise Antonella Bertoja è durissima nelle motivazioni della sentenza di condanna dell’assassino Rezza e bacchetta la Procura. Per l’omicidio Mastrapasqua la pm aveva chiesto la condanna a vent’anni di carcere e nessuna aggravante perché, stando al suo ragionamento, nel calcolare la pena dovevano essere tenute in considerazioni "le disagiate condizioni socio-familiari di Rezza”, residente a Rozzano. In sintesi, scrive la corte d’Assise, essere di Rozzano non può essere una attenuante, tanto meno di un omicidio.

Quest’ultimo (Rezza, ndr), prima ancora che cittadino del comune di Rozzano, "è un individuo che, pur essendo fisiologicamente influenzato dal proprio ambiente d’origine, non è una mera proiezione di tale luogo, ma dispone di libero arbitrio e di una personalità complessa, frutto della commistione di stimoli eterogenei, positivi o negativi, stratificatisi nel corso degli anni”, scrive ancora la giudice Bertoja. Simile discorso vale anche con riguardo alla valutazione dell’influenza familiare.
La questione anagrafica
"Il quadro familiare non è risultato né conflittuale né violento né talmente degradato da poter avere influito negativamente sulla personalità di Daniele Rezza”. Emerge piuttosto la figura di genitori “impotenti e sottomessi” al figlio. Nel calcolo della pena, in ogni caso anche la giovane età di Rezza non è un attenuante tale da “elidere il disvalore sotteso all’uso dell’arma, alla minorata difesa della vittima e ai futili motivi. Tali circostanze aggravanti sono – parzialmente – espressione dell’immaturità e della superficialità dell’imputato”. Il delitto era avvenuto la notte dell’undici ottobre dello scorso a Rozzano. Rezza aveva tentato di rubare un paio di cuffiette a Manuel Mastrapasqua che tornava casa dal lavoro a notte fonda. Il tentativo di difesa e la coltellata mortale.