
Rapinatori "trasfertisti": da Napoli a Milano per mettere le mani sull’orologio Audemars Piguet da 80mila euro del calciatore del Milan Samu Castillejo che martedì pomeriggio si è visto puntare una pistola in faccia mentre era in auto in piazza principessa Clotilde, in zona Porta Nuova, il suo quartiere. In manette sono finiti Giovanni Nasti, di 42 anni, e Gioacchino Esposito, di 31, pluripregiudicati partenopei che già durante il lockdown, è emerso, avevano raggiunto Milano. Il curriculum dei banditi ha iniziato a gonfiarsi tempo fa: il nome di Nasti compare ad esempio sulle pagine di cronaca già nel 2008 come rapinatore in trasferta insieme ad altri due complici, tutti presi dopo sette colpi messi a segno tra Rimini, Prato, Terni e Ferrara ai danni di portavalori e di clienti che effettuavano consistenti prelievi di denaro in banca.
Due anni prima era scattato l’arresto sempre per rapina a Napoli, nonostante Nasti fosse ai domiciliari (che sarebbero finiti 48 ore dopo). Cinque anni fa, sempre nella sua città, ha fatto di peggio: in semi libertà, aveva aggredito un’anziana per derubarla insieme a un complice. Gioacchino Esposito figura invece tra i componenti di una banda smantellata sei anni fa: partivano in quattro, in sella a scooter, da un garage di Napoli che veniva usato come base logistica, e si spostavano in provincia di Caserta a rapinare passanti con Rolex al polso dopo averli minacciati di morte. Appena diciottenne era finito dietro le sbarre per lo stesso motivo: insieme a un complice, sempre su due ruote, si avvicinava alle vittime e puntava loro una pistola giocattolo modificata in grado di far esplodere proiettili veri. Nasti ed Esposito sono stati ora sottoposti a fermo dalla polizia, accusati di essere gli autori del colpo ai danni di Castillejo.
I due sono stati bloccati mercoledì dalla polizia ad Arezzo durante un controllo in un’area di servizio autostradale: erano in possesso di un orologio prezioso, che poi è risultato essere quello rubato al calciatore. In serata gli agenti della Squadra mobile di Milano diretti da Marco Calì hanno perquisito un appartamento a Brugherio dove avevano trascorso la notte ospiti di un’amica quarantunenne di origini salernitane, che è stata indagata per favoreggiamento.
L’arma utilizzata per la rapina non è stata ritrovata e gli abiti che indossavano in quel momento sarebbero stati gettati in un cassonetto per la raccolta indumenti usati che però era già stato svuotato quando i poliziotti lo hanno esaminato.