
Roberto Formigoni
Milano, 11 ottobre 2022 - Roberto Formigoni, ex presidente della Regione Lombardia, ha ottenuto l'affidamento in prova ai servizi sociali. Nel residuo pena, poco più di un anno, potrà insegnare italiano alle suore straniere che assistono gli anziani disabili nella struttura del Piccolo Cottolengo Don Orione di Milano. Lo ha stabilito il tribunale di Sorveglianza di Milano.
La misura interrompe la detenzione domiciliare ottenuta nel luglio 2019, dopo che l'ex governatore lombardo ha scontato nel carcere di Bollate i primi cinque mesi dei 5 anni e 10 mesi di condanna per corruzione nel processo Maugeri. Il 'fine pena' è fissato a marzo 2024, ma la data potrebbe cambiare nel caso in cui continui a beneficiare dello sconto per buona condotta.
Nel febbraio 2019 il Celeste, 75 anni, dopo la condanna definitiva per corruzione, era entrato a Bollate a seguito dell'ordine di carcerazione firmato dalla Procura generale milanese. La difesa aveva chiesto subito la sospensione dell'ordine di esecuzione della pena e la possibilità di scontare la condanna in detenzione domiciliare, in quanto la 'spazzacorrotti', sostenevano i legali, era entrata in vigore dopo i fatti-reato contestati all'ex presidente lombardo e quindi, secondo la difesa, non poteva avere valore retroattivo.
Dopo circa 5 mesi di carcere, il 22 luglio 2019, poi, il Tribunale di Sorveglianza (presidente Giovanna Di Rosa) aveva detto sì ai domiciliari sulla base del fatto che sussisteva il requisito della "collaborazione impossibile", ossia l'ex governatore che si è sempre professato innocente, secondo i giudici, non può più collaborare per svelare ulteriori dettagli sul caso Maugeri. Un requisito che ha consentito ai giudici, in sostanza, di aggirare la 'spazzacorrotti' concedendogli di uscire dal carcere. Formigoni, poi, ha presentato l'istanza per l'affidamento in prova ai servizi sociali nell'autunno 2020 quando la pena da scontare era scesa sotto i 4 anni, come prevede la legge. Ora è arrivata la decisione dei giudici della Sorveglianza.