
Il progetto di bike sharing è stato definitivamente archiviato con la rimozione della postazione situata in centro città. Un’iniziativa, quella...
Il progetto di bike sharing è stato definitivamente archiviato con la rimozione della postazione situata in centro città. Un’iniziativa, quella del bike sharing, che si aggiunge ai fallimenti delle opere pubbliche promosse in occasione di Expo 2015. Il progetto, costo circa 30mila euro e mai reso operativo, si somma allo spreco di fondi pubblici dell’infopoint con area museale, costo 170mila euro, presso il dopolavoro. Deliberato dalla giunta di centrodestra nel 2010, nasce come iniziativa esplorativa per testare l’interesse dei cittadini. Un banco di prova che prevedeva una sola postazione con tre biciclette a disposizione ampliato successivamente a sette biciclette dall’ex sindaco Roberto Maviglia, che aveva puntato sul bike sharing come sostegno alla promozione turistica con una prima postazione presso la stazione ferroviaria inaugurata nel 2013.
Il periodo di prova deve aver in qualche modo soddisfatto l’allora amministrazione comunale, al punto da decidere di posizionare una seconda postazione in centro città nel 2017. Un progetto mai realmente decollato che nelle ultime settimane ha portato alla rimozione definitiva delle postazioni delle bici pubbliche. Un fallimento progettuale che ricorda quello della realizzazione dell’infopoint all’interno di un disegno progettuale più ampio della riqualificazione di tutto il parco dopolavoro. La struttura per informazioni turistiche è stata inaugurata nell’ottobre del 2015, pensata come punto di riferimento per l’accoglienza dei turisti nel periodo Expo 2015. Un’opera pubblica che però non fu mai resa operativa, lasciata in balìa dei vandali. Al progetto della sua costruzione non seguì analogo disegno progettuale di una gestione sostenibile. Stefano Dati