
Sistema di riconoscimento facciale (Archivio): un software potrà essere utilizzato per identificare gli aggressori in Piazza Duomo
Milano – Uno screening approfondito delle persone controllate in piazza Duomo e dintorni a cavallo tra la fine del 2024 e l’inizio del 2025. Le immagini registrate dalla Scientifica e immortalate sia dalle telecamere di videosorveglianza che puntano su piazza Duomo sia dai video comparsi sui social. E il sistema di riconoscimento facciale Sari per confrontare i volti ripresi la notte di San Silvestro nei punti indicati dalle vittime con quelli schedati nelle banche dati delle forze dell’ordine. Una combinazione di elementi che dovrebbe portare gli investigatori a dare un nome agli aggressori di Capodanno. Tutto parte dai racconti delle donne molestate, a cominciare da quello messo a verbale due giorni fa a Liegi dalla ventenne Laura Barbier, che per prima ha rivelato ai media del suo Paese quanto avrebbe subìto insieme ad altre tre amiche.

Stando a quanto emerso, la ragazza ha indicato il punto esatto in cui si è ritrovata davanti un “muro umano”: tutto sarebbe avvenuto pochi minuti dopo la mezzanotte nei pressi dell’ingresso della Galleria che affaccia sul sagrato basso della Cattedrale. In un’intervista, Laura aveva spiegato che l’assalto era andato in scena dietro una colonna, indirizzando l’analisi delle immagini sulla zona dei portici settentrionali, a sinistra rispetto all’imbocco del Salotto. E in effetti un occhio elettronico ha ripreso quei secondi infiniti, consentendo agli inquirenti guidati dall’aggiunto Maria Letizia Mannella e dal pm Alessia Menegazzo di individuare le sagome delle studentesse nella ressa e di circoscrivere i fotogrammi che potrebbero svelare le facce di chi ha palpeggiato le turiste “sia al di fuori che dentro i nostri vestiti”. “Ero atterrita – ha riferito Laura ai poliziotti della Squadra mobile in trasferta in Belgio –. Sono stata trascinata da una parte all’altra da un fiume di uomini, 30 o 40 in tutto, non riuscivo a uscire”. Col passare dei giorni, il numero delle segnalazioni è cresciuto: alle belghe e alla ragazza emiliana che si trovava all’Ottagono in compagnia del fidanzato (domani dovrebbe essere risentita sebbene abbia ribadito più volte di non voler sporgere querela), si sono aggiunte una cinquantenne italiana di professione avvocatessa (che ha già formalizzato la denuncia alla polizia) e due inglesi che si trovavano insieme a Laura (si sono rivolti alle forze dell’ordine d’oltre Manica); e poi c’è una donna sudamericana ancora da rintracciare, che sarebbe stata a sua volta aggredita.
Quella sera, i controlli del maxi dispositivo di sicurezza, schierato sia lungo le vie di accesso a piazza Duomo che all’interno del perimetro, hanno portato a identificare (pure in ottica “zona rossa”) centinaia di persone, comprese alcune che sono salite sulla statua equestre di Vittorio Emanuele II. Gli investigatori si concentreranno pure su quei profili per trovare eventuali compatibilità con coloro che si trovavano più vicini alle belghe sotto i portici. Per completare questa operazione, potrebbe rivelarsi decisivo, come già accaduto nei giorni scorsi per identificare autore e protagonista di un video di insulti contro Italia e polizia, il software Sari per il riconoscimento facciale, in grado di restituire una percentuale più o meno elevata di corrispondenza tra un viso inserito nel programma e uno di quelli fotosegnalati in archivio.