REDAZIONE MILANO

Referendum, presidenti e scrutatori in fuga

Comune pronto a precettare 200 dipendenti per far fronte alle defezioni del personale atteso nei 1.248 seggi

L’effetto coronavirus “contagia’’ anche le elezioni. È fuga dai seggi milanesi del referendum costituzionale sulla riduzione del numero dei parlamentari in programma il 20 e 21 settembre: fioccano le defezioni da parte di presidenti e scrutatori nominati per far funzionare i 1.248 seggi elettorali cittadini. A lanciare l’allarme, di fatto, è il Comune in una nota indirizzata ai propri dipendenti, una lettera nella quale si legge che "tenuto conto delle criticità manifestate dalla Corte d’Appello e legate alle numerose defezioni intervenute negli ultimi giorni da parte dei presidenti nominati, l’amministrazione comunale è tenuta a individuare ulteriori 200 risorse da assegnare come presidenti ai seggi elettorali".

Palazzo Marino invita i propri dipendenti a farsi avanti volontariamente. Ma, nel caso in cui non si arriverà in questo modo a individuare i 200 dipendenti (e forse di più) in grado riempire i vuoti lasciati dai presidenti che hanno presentato certificato medico o altro tipo di giustificazione per non recarsi ai seggi, scatteranno le precettazioni. Fin qui la situazione dei presidenti di seggio, di competenza fino a giovedì prossimo della Corte dei Conti (da quel giorno al voto la palla passerà al Comune). Ma l’allarme rosso è scattato anche per gli scrutatori. Non a caso ieri Palazzo Marino, in una nota, ha aperto ufficialmente la caccia: "Da lunedì via al reclutamento volontario degli scrutatori per le prossime consultazioni elettorali del 20 e 21 settembre. I cittadini interessati potranno presentarsi all’Ufficio elettorale di via Messina 52-54 tutti i giorni dalle 9 alle 15.30 senza appuntamento e muniti di un documento d’identità". La paura di recarsi ai seggi sta già rendendo complicato riempire tutte le caselle del personale elettorale necessario per garantire le operazioni di voto: 1.248 presidenti di seggio, 1.248 segretari e dei 3.771 scrutatori. I compensi – per i presidenti 130 euro (79 euro per i presidenti di seggi speciali), 104 euro per segretari e scrutatori (53 euro per scrutatori di seggi speciali) – potrebbero interessare ai disoccupati, ma la paura del contagio non aiuta a farsi avanti.

Il consigliere di FI Alessandro De Chirico, intanto, segnala anche che "il Comune non attiverà i consueti servizi elettorali nei plessi scolastici per mancanza di fondi per pagare gli straordinari". Non solo. L’esponente azzurro critica la precettazione dei dipendenti prevista dall’amministrazione: "Se le sezioni non saranno coperte su base volontaria si procederà alla nomina d’imperio. Meno male che si parla di elezioni e di esercizio democratico del voto. Roba da Soviet Supremo". Infine De Chirico, sostenitore del no al taglio dei parlamentari, sottolinea che "in città sembra che il referendum non ci sarà. Non mi pare di aver visto plance comunali dopo poter affiggere manifesti".