Tabaccaio massacrato per un Rolex da tre giovani: “Vivo nella paura, ho gli incubi. Perché questa cattiveria?”

Blitz della Mobile: in manette gli aggressori, tutti residenti nella Bergamasca Incastrati dalle foto sui social e dal software per il riconoscimento facciale Il commerciante: persone senza scrupoli, ora spero in una pena esemplare

Vivo nella paura. Ho gli incubi. La mia mente torna sempre al momento in cui mi hanno massacrato in strada: ho rischiato di morire per un orologio. Perché questa cattiveria? Io ora chiedo giustizia, vorrei che le persone che mi hanno ridotto così restassero per sempre in galera". Il tabaccaio di 59 anni - compiuti il 1° aprile - parla dopo l’arresto dei tre rapinatori che lo scorso 8 marzo gli hanno fratturato il volto in via Paolo da Cannobio per portargli via il suo Rolex Daytona da 50mila euro. Trasportato al Policlinico, è stato sottoposto a interventi chirurgici per un trauma cranico-facciale e fratture multiple al viso ed è stato dimesso con una prima prognosi di 30 giorni.

Il tabaccaio. A destra, i tre in fuga, ripresi dalle telecamere dopo la rapina in via Paolo da Cannobio
Il tabaccaio. A destra, i tre in fuga, ripresi dalle telecamere dopo la rapina in via Paolo da Cannobio

Come sta oggi?

"Non bene. Ho fastidi all’occhio sinistro, ho una placca sullo zigomo, ho tolto da poco il tutore al naso, fatico anche a masticare per i problemi alla mascella. Mi sento come se qualcuno mi “tirasse da dentro”. Dal giorno della rapina ho perso 11 chili. Mi sembra di essere “di cristallo”. E non ci sono solo i problemi fisici: fatico a dormire la notte, sono diventato sospettoso. Anche quando cammino per strada sono sempre sul chi va là: se qualcuno si avvicina, penso sempre sia pronto ad aggredirmi. Presto inizierò un percorso psicologico".

L’arresto dei rapinatori l’ha un po’ sollevata?

"Mi ha sollevato ma sento sempre un peso, un’angoscia. Io spero che la legge faccia il suo corso, che abbiano una pena esemplare perché sono pericolosi, uomini senza scrupoli. Durante il massacro, una donna che si è avvicinata dicendo loro “Ma cosa state facendo?” ha visto che mi prendevano a calci in faccia nonostante fossi svenuto. Mi è stato raccontato dopo. Io ancora mi domando il perché di tanta violenza, di questa cattiveria".

Cosa ricorda di quel momento?

"Ricordo di essere stato spinto a terra, subito, con violenza brutale. In un primo momento non avevo nemmeno realizzato fosse una rapina, pensavo addirittura di essere stato investito all’improvviso, non mi rendevo conto. Quei tre hanno subito iniziato a massacrarmi per poi prendermi l’orologio. E glielo avrei dato se me lo avessero chiesto! Poi hanno continuato a infierire. Io non mi sentivo più la faccia. In ospedale, al momento della tac, ho sentito questa frase: “Gli hanno fracassato il viso“. Non me la scorderò mai".

Quanto tempo è rimasto in ospedale?

"Sono stato sottoposto a un intervento chirurgico in anestesia totale durato 4 ore, per il posizionamento di viti e placche alla mascella e allo zigomo. Mi hanno anche messo una stecca sul naso, rotto, che ho tolto da poco. In ospedale sono rimasto più di una settimana e ne sono uscito con 30 giorni di prognosi, ma devo tornare per i controlli periodici. La mia vita è cambiata, non mi sento più quello di prima: mi accorgo di essere molto più lento anche nel lavoro. Mi ci vorrà tanto tempo per riprendermi. E poi non posso mangiare ciò che vorrei, questo mi butta ancora più a terra".

Deve seguire un’alimentazione specifica?

"Sì, posso mangiare solo cibi morbidi perché la mascella non è del tutto a posto. Ho problemi nella masticazione. Non ho mai desiderato una bistecca come adesso".

Dal quartiere ha ricevuto supporto?

"Sì, un calore umano incredibile: ringrazio tutti. Ogni giorno c’è chi si preoccupa per me, chi passa anche solo a salutarmi, per farmi capire di esserci. Ma soprattutto ringrazio i Falchi e tutti gli agenti della Squadra Mobile: sono stati eccezionali e vorrei che avessero un encomio. Non solo hanno arrestato i rapinatori ma mi hanno preso sotto la loro ala, telefonandomi e venendomi a trovare per accertarsi delle mie condizioni di salute. Sarò loro grato per la vita".

È cambiato qualcosa, dopo la sua aggressione, a livello di sicurezza in zona?

"No. E io penso che ci vorrebbe un sistema diverso, un presidio maggiore, perché non si può rischiare la vita così. Lo avevo detto (su queste pagine, ndr ) e lo ribadisco: non mi era mai capitato prima d’ora di essere vittima di rapinatori, e faccio il commerciante da anni. Bisogna aver paura anche di venire a lavorare? Io mi sento fortunato, nonostante tutto sono stato dimesso e in qualche modo andrò avanti. Ma una persona più anziana o fragile non si sarebbe più rialzata, se avesse subito quel massacro. E io stesso ho rischiato, perché cadendo a terra avrei potuto sbattere la testa con violenza. Cerco di pensare a quello che mi è rimasto. Io voglio andare avanti, nonostante tutto".

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