LAURA LANA
Cronaca

Ragazza violentata a Paderno Dugnano, dal bacio rifiutato alla telefonate al 112: tutti i punti da chiarire della notte in via Rotondi

La 23enne, prima di essere visitata in Mangiagalli, ha firmato ed è tornata a casa. "Voglio andare a dormire". Il ragazzo che era con lei racconta di averle rifiutato un bacio, poi le chiamate al 112

Sulla presunta violenza di Paderno indagano i carabinieri

Sulla presunta violenza di Paderno indagano i carabinieri

Paderno – Ci sono tanti punti da chiarire sulla vicenda di Paderno Dugnano, dove un’italiana di 23 anni, incensurata, avrebbe raccontato di aver subìto violenza. Per ricostruire i fatti sono al lavoro i carabinieri che non hanno ancora ascoltato la giovane, andata subito a casa a riposare senza farsi visitare all’ospedale Mangiagalli, dove era stata trasportata.

Al numero unico di emergenza nella tarda serata di ieri, giovedì 14 settembre, sono arrivate due chiamate. La prima da un passante, che racconta che una ragazza, in stato di agitazione, sta buttando a terra dei cassonetti e dei cestini dei rifiuti. La seconda telefonata è stata effettuata, invece, da un ragazzo, classe 1994, che chiede soccorso. Quando i militari arrivano sul posto, in via Rotondi, trovano la giovane sdraiata a terra, vestita, con attorno tutto il contenuto della borsetta e senza segni evidenti di violenza fisica. Il 29enne è lì con un amico. Ai carabinieri dice che i due erano al primo appuntamento. Sono usciti insieme, lui è andato a prenderla a casa, hanno passato una serata bevendo qualche alcolico e poi, in auto, lei avrebbe tentato di baciarlo ma lui si sarebbe ritratto. A quel punto, sempre secondo il racconto del giovane, la 23enne sarebbe scesa dall’auto e avrebbe iniziato a dare in escandescenza. Non sapendo come comportarsi avrebbe poi chiamato l’amico e, una volta arrivato sul posto, insieme hanno allertato il 112 per chiedere aiuto.

Alle forze dell’ordine, la 23enne non è riuscita a dire niente: al momento dell’intervento dei militari, infatti, era in stato confusionale. A un operatore dell’ambulanza, però, avrebbe detto di essere stata palpeggiata al seno. Da qui l’avvio del protocollo per i casi di violenza sessuale e l’arrivo alla Mangiagalli. Prima di essere visitata dall’ospedale, la ragazza ha però firmato ed è andata a casa, dicendo che voleva dormire. Ancora questa mattina, venerdì 15 settembre, i carabinieri non sono riusciti a raccogliere la sua testimonianza: sarebbe rimasta tutta la mattina a riposare. Oltre ai racconti dei due ragazzi e alla prima chiamata del passante, finora i militari sono riusciti a parlare solo con la madre della 23enne. La donna ha riferito che la figlia fa uso di ansiolitici e che avrebbe assunto alcol anche prima di uscire col 29enne. Parole riferite solo telefonicamente e, quindi, non a verbale. Ogni racconto dovrà passare ora al vaglio ed essere verificato per cercare di ricostruire cosa sia accaduto in via Rotondi ieri sera, a partire dall’ascolto della 23enne.