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Caldo da bollino rosso a Milano e Brescia: dove sono le isole di calore (e fresco) e quando è vietato lavorare all’aperto

In Lombardia allerta il 2 e 3 luglio: previste temperature fino a 35 gradi e umidità al 57%. La Regione vieta il lavoro nei cantieri e nei campi dalle 12:30 alle 16:00. Ecco le zone con l’afa estrema

A destra, la rilevazione delle isole di calore a Milano, con le zone più fresche in prossimità di parchi e aree verdi

A destra, la rilevazione delle isole di calore a Milano, con le zone più fresche in prossimità di parchi e aree verdi

Milano – Fa caldo. Un caldo anormale che – nonostante il periodo estivo – si ritrova raramente nelle serie meteorologiche storiche e che alza ancora una volta l’asticella della crisi climatica. Oggi e domani, 2 e 3 luglio, è stata emanata un allerta da bollino rosso in 18 città italiane, tra cui Milano e Brescia.

In Lombardia si attendono temperature fino a 35 gradi Celsius con un alto tasso di umidità che in alcune località potrebbe raggiungere il 57 per cento (anche a mezzogiorno): una combinazione molto pericolosa perché impedisce al corpo di raffreddarsi efficacemente attraverso la sudorazione, portando a un rapido aumento della temperatura corporea che può causare danni agli organi vitali e, nei casi più gravi, un colpo di calore.

Divieto di lavoro all’aperto

Per salvaguardare i lavoratori, la Giunta regionale della Lombardia ha emanato un’ordinanza che vieta di lavorare all’aperto nelle ore più calde della giornata, dalle 12:30 alle 16:00, a partire da mercoledì 2 luglio fino al 15 settembre 2025. Il divieto si applica esclusivamente alle giornate in cui, secondo la mappa Worklimate – aggiornata quotidianamente – è previsto un rischio “alto” per la salute dei lavoratori. Il livello di rischio può essere consultato online, comune per comune. Oggi 2 luglio, sia a Milano che a Brescia vige questo divieto.

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L’ordinanza, firmata dal presidente Attilio Fontana, riguarda i settori dell’edilizia, delle cave, delle aziende agricole e florovivaistiche. Sono esclusi dal provvedimento gli enti della pubblica amministrazione, i concessionari di pubblico servizio, i loro appaltatori, nonché gli interventi legati alla protezione civile e alla salvaguardia della pubblica incolumità.

I braccianti agricoli sono una delle categorie più vulnerabili. Lavorano nei campi aperti, spesso senza riparo o accesso facile all’acqua, oppure trascorrono ore in serre dove la temperatura può superare quella esterna. Nel settore edilizio, la situazione non è migliore: pperai, manovali, muratori e carpentieri svolgono mansioni fisicamente gravose sotto il sole diretto per ore, mentre il cemento e l’asfalto assorbono e rilasciano calore, creando un ambiente rovente. 

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Le isole di calore (e di fresco) in città

Il caldo contribuisce alle cosiddette isole di calore urbane sono fenomeni, che si verificano quando le aree urbane registrano temperature significativamente più elevate rispetto alle zone circostanti. Si formano principalmente a causa dei materiali edilizi che assorbono e trattengono il calore solare, delle superfici impermeabilizzate come asfalto e cemento, e della mancanza di vegetazione.

La mappa delle isole di calore (e fresco) di Milano
Una mappa delle isole di calore (e fresco) di Milano

A Milano, questo fenomeno crea un mosaico di temperature anche molto diverse. Secondo una rilevazione fatta alle 12.00 in diverse zone della città, vi sono notevoli variazioni termiche:

Piazza Duomo: 43°C al suolo Parco Sempione: 40°C (3 gradi in meno del centro) Parcheggio San Siro: 47,5°C Ortomercato: 48°C (la zona più calda) Parco delle Risaie: 33°C (l'oasi più fresca)

Gli studi del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università Bicocca dimostrano come i materiali influenzino le temperature: in Piazza della Scienza, ad esempio, si registrano 50°C sulle lastre scure, 43°C sul granito chiaro e solo 34°C sull'erba. La differenza di 15 gradi tra superfici cementate e depavimentate evidenzia l’importanza degli alberi (potere riflettente) dei materiali e della vegetazione per mitigare il calore urbano.

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Cosa fare e cosa non fare

  • Evita di esporti al caldo e al sole diretto nelle ore più calde tra le 11 e le 18. E trascorri le ore più calde della giornata nella stanza più fresca della casa, bagnandoti spesso con acqua fresca.
  • Evita l’attività fisica intensa all’aria aperta durante gli orari più caldi della giornata.
  • Utilizza correttamente il condizionatore. Se hai solo il ventilatore utilizzalo seguendo alcuni accorgimenti, ad esempio non indirizzarlo mai direttamente sul corpo.
  • Assicura un adeguato ricambio di aria: la ventilazione naturale determina un miglior ricambio dell’aria rispetto alla ventilazione meccanica.
  • Indossa indumenti chiari, leggeri, in fibre naturali, riparati la testa con un cappello leggero di colore chiaro e usa occhiali da sole.
  • Proteggi la pelle dalle scottature con creme solari ad alto fattore protettivo.
  • Bevi molti liquidi, moderando l’assunzione di bevande gassate o zuccherate, tè e caffè. Evita, inoltre, bevande troppo fredde o alcoliche.
  • Segui un’alimentazione leggera, preferendo la pasta e il pesce alla carne ed evitando cibi elaborati e piccanti; consuma molta verdura e frutta fresca. Fai attenzione alla corretta conservazione degli alimenti deperibili, in quanto elevate temperature possono favorire la proliferazione di germi patogeni causa di disturbi gastroenterici.
  • Se assumi farmaci, non sospendere autonomamente terapie in corso, ma consulta il tuo medico curante per eventuali adeguamenti della terapia farmacologica. Fai attenzione alla corretta conservazione, tienili lontano da fonti di calore e e riponi in frigo quelli che prevedono una temperatura di conservazione non superiore ai 25-30 gradi.
  • Se l’auto non è climatizzata evita di metterti in viaggio nelle ore più calde della giornata dalle 11 alle 18. Non dimenticare di portare con te sufficienti scorte di acqua in caso di code o file impreviste. Non lasciare persone non autosufficienti, bambini e anziani, anche se per poco tempo, nella macchina parcheggiata al sole.
  • Assicurati che le persone malate o costrette a letto non siano troppo coperte.