GIAMBATTISTA ANASTASIO
Cronaca

Raccolta fondi per la storica sala. Da 50 anni in ascolto delle periferie. Il Teatro Officina chiede sostegno

Stagione momentaneamente sospesa a causa della rottura dell’impianto di riscaldamento. Lanciata una petizione online per reperire una parte dei soldi necessari alla sua sostituzione. .

Stagione momentaneamente sospesa a causa della rottura dell’impianto di riscaldamento. Lanciata una petizione online per reperire una parte dei soldi necessari alla sua sostituzione. .

Stagione momentaneamente sospesa a causa della rottura dell’impianto di riscaldamento. Lanciata una petizione online per reperire una parte dei soldi necessari alla sua sostituzione. .

Forse le parole migliori con le quali esprimere il senso e l’opera del Teatro Officina sono quelle scelte dal direttore artistico Massimo de Vita per raccontare il proprio percorso umano e professionale: "Mi ha nutrito la voce degli altri". I canzonieri popolari e la poesia dialettale, i movimenti di protesta contadina e le istanze femministe, il comico e la sua solitudine in un "presente affacciato sul vuoto", la quotidianità e le memorie degli inquilini delle case popolari e dei cortili di periferia, la realtà operaia, quella del carcere e dei detenuti e, ancora, i senzatetto, la guerra, i rifugiati politici e le persone con disabilità: questa è stata "la voce degli altri" nella cinquantennale storia del Teatro Officina, fondato nel 1972 in via Adelaide Bono Cairoli da un gruppo di studenti, operai e insegnanti. Queste alcune delle voci delle quali si è nutrito l’attore e regista Massimo de Vita, dal 1975 direttore artistico di uno spazio teatrale che ha scelto fin dall’inizio di stare nei luoghi della vita, di concepirsi come un luogo nella città prima che della città. Un pioneristico esperimento di decentramento culturale, ormai riuscito. Cantautori quali Ivan della Mea, Paolo Pietrangeli, Giovanna Marini e Gualtiero Bertelli, musicisti come Giorgio Gaslini e Gaetano Liguori, attori come Dario Fo, Franca Rame, Vittorio Franceschi, Tommaso Guarino e Antonio Bozzetti, oltre a de Vita: solo alcuni degli artisti che si sono succeduti sul palco dell’Officina in questi decenni o che hanno contribuito ad un percorso benedetto nel 2016 dall’Ambrogino d’oro.

In linea con la propria tradizione, dal 1984 il teatro è in via Sant’Erlembardo 2, nel cortile dei caseggiati di proprietà di MM, la società del Comune che si occupa (anche) di case popolari, in un padiglione circondato dai palazzi. C’è chi troverà superflua questa descrizione: il riferimento è, in particolare, a coloro che in queste settimane hanno deciso di sostenere il Teatro Officina partecipando alla raccolta fondi intitolata "per un teatro caldo" sulla piattaforma Eppela. All’inizio di dicembre, infatti, si è rotto l’impianto di riscaldamento del teatro. Il padiglione, del resto, risale agli anni ’40. Proprio per questo l’Officina ha dovuto interrompere la stagione, posticipare gli spettacoli in programma. Da qui l’idea di lanciare una raccolta fondi per sostenere le spese di sostituzione dell’impianto di riscaldamento. Per l’esattezza occorrono undicimila euro. A contribuire sono stati, per ora, cittadini e famiglie del quartiere che hanno avuto modo di conoscere l’Officina per i corsi di formazione che vi si tengono o per gli spettacoli, oltre agli appassionati di teatro. La raccolta fondi è ancora in corso e il direttivo di via Sant’Erlembardo – de Vita insieme ad Enzo Biscardi e Daniela Airoldi Bianchi – lancia un appello a chiunque voglia contribuire alla causa, compresi il Comune di Milano e il Municipio 2, tutelando così un luogo che, per storia, visione e attività, rappresenta un patrimonio culturale della città.

"Questo padiglione – spiegano de Vita e Biscardi – risale al 1941 e inevitabilmente inizia a denunciare i suoi anni. Noi siamo in affitto e abbiamo sempre sostenuto, oltre al canone, anche le spese per le manutenzioni straordinarie. Di recente abbiamo dovuto sistemare un’importante infiltrazione, un lavoro strutturale che ha comportato una spesa non indifferente. Ora eccone un’altra: si è rotto il riscaldamento ad aria condominiale. Purtroppo è così vecchio che non è più riparabile e sostituirlo costerebbe più che installarne uno nuovo. Stare in teatro e fare attività al freddo con i nostri allievi ci mette in difficoltà. Per questo abbiamo urgenza di installare un nuovo impianto a pompa di calore che costerà undicimila euro. Una cifra importante per noi che siamo una piccola realtà culturale, anche se abbiamo più di 50 anni. Chiediamo a chi lo voglia di darci una mano. La raccolta fondi è partita bene, ci siamo prefissi l’obiettivo di arrivare a seimila euro. Al di là del contributo economico, ci danno gioia le dediche pubblicate appena sotto le donazioni dalle persone che hanno deciso di sostenerci". Ne riportiamo alcune: "Un abbraccio, resilienti costruttori di coscienze ed ideali" scrive un donatore. "Se muore un’istituzione culturale, muore un pezzo di società e facciamo un altro passo verso la barbarie", scrive un altro. "A un luogo per me caro, pieno di parole, emozioni e cultura voglio esprimere la mia riconoscenza, il mio massimo rispetto e il mio contributo che, sebbene piccolo, possa contribuire a scaldarlo": queste le parole di un terzo donatore. L’appello, come detto, è rivoto anche alle istituzioni, a partire dal Comune di Milano e dal Municipio 2: "Siamo l’unico teatro attivo nel Municipio 2. Poco prima di Natale abbiamo incontrato il Comune e abbiamo esposto la situazione nella quale ci troviamo. Ora la nostra speranza è di non essere lasciati soli".