
I rilievi dei carabinieri sul luogo dell’agguato mortale a Sesto
Arriva da saldare il conto con la giustizia per altri sei marocchini, presunti componenti del commando armato che la sera del 23 ottobre 2023 in via Pisa ha messo in atto una spedizione punitiva a colpi di fucile, mazza, calci e pugni contro i pusher rivali. A restare ucciso fu Youssef Saadani, marocchino di 27 anni, raggiunto da un colpo di fucile che gli ha squarciato la gola mentre altri quattro connazionali rimasero feriti.
Un responsabile del raid, Hamza Haddaji, marocchino di 32 anni, è stato già condannato al Tribunale di Monza con il rito abbreviato a 16 anni di reclusione più 3 anni di libertà vigilata per omicidio, lesioni e porto abusivo di armi. Ora la Procura di Monza ha chiesto il rinvio a giudizio per le stesse accuse anche di altri sei, mentre altri due devono rispondere della rapina di un telefonino che conteneva i nomi dei clienti a cui uno spacciatore connazionale vendeva hascisc a Cologno Monzese.
Secondo la ricostruzione della vicenda, Youssef Saadani si era soltanto offerto di scortarlo con altri coinquilini per riprendersi il cellulare, ma l’appuntamento si era rivelato un agguato organizzato da un gruppo rivale per il controllo della piazza di spaccio, in fase espansiva, con l’aggiunta all’hascisc della cocaina, di cui una partita di mezzo etto appena acquistata non era stata pagata. Haddaji era stato arrestato dai carabinieri il giorno dopo l’omicidio a Pero. Un altro, Jawad Kalla, 34 anni, irregolare e senza dimora, era stato fermato e arrestato a novembre a Milano per l’omicidio e per detenzione ai fini di spaccio di droga perché aveva con sé 9,5 grammi di cocaina.
Il 32enne ha sostenuto di essere uno spacciatore e che la sera dell’agguato era convinto di andare a vendere la droga e invece aveva iniziato a sentire gli spari ed era fuggito, seppur impugnando nel frattempo una mazza con l’intento di difendersi. Una tesi che non aveva convinto il gip del Tribunale di Monza. Invece il Tribunale del Riesame di Milano ha annullato l’ordinanza cautelare. Ora è irreperibile. Tra gli altri marocchini ora imputati, dai 23 ai 38 anni, alcuni sono stati arrestati successivamente, uno in Spagna, un altro è latitante. A fine giugno l’udienza preliminare al Tribunale di Monza.
Stefania Totaro