Processo al vino: l’Ordine dei medici porta la bevanda di Bacco davanti alla Magistratura

Milano, al Centro congressi di Confcommercio arringhe e testimonianze per approfondirne gli effetti sulla salute, anche alla luce delle nuove direttive Oms. Appuntamento mercoledì 18 settembre

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Una donna beve un calice di vino

Milano – Vino e salute, un binomio impossibile o ci sono attenuanti? Il verdetto è atteso per la sera di mercoledì 18 settembre e lo pronuncerà il magistrato Nunzia Gatto, già avvocato generale della procura di Milano, che ha ricevuto da Fabio Roia, presidente del tribunale di Milano, l'incarico di presiedere un 'Processo al vino'.

Si celebrerà mercoledì prossimo nel capoluogo lombardo, nella Sala Orlando del Centro congressi Confcommercio di corso Venezia 47, con tanto di arringhe e testimonianze di medici, avvocati, magistrati, difensori e accusatori della bevanda. L'evento, organizzato dall'Ordine dei medici di Milano, è aperto al pubblico.  L'accesso per i cittadini è libero, previa registrazione sul posto fino a esaurimento posti, mentre i medici devono registrarsi attraverso il portale dell'Omceo meneghino.

Nel consolidato format di successo del Processo, anche il dibattito sul vino, dopo quello su carni rosse, latte, zucchero e sale, si preannuncia di grande interesse, sottolineano dall'Ordine provinciale di Milano. "Il vino e il consumo di etanolo in genere - spiega Roberto Carlo Rossi, presidente OmceoMi - hanno recentemente catalizzato l'attenzione degli operatori sanitari in merito alla ventilata ipotesi di porre degli alert sulle etichette delle bevande alcoliche, vino compreso, come per i pacchetti di sigarette. 'Sentenza' per ora solo immaginata, ma che potrebbe arrivare a seguito delle direttive dell'Organizzazione mondiale della sanità che intende ridurre i consumi pro capite di alcol entro il 2025. Tale provvedimento richiederà un approfondimento scientifico sui reali effetti del consumo di etanolo, anche in merito alle quantità consumate e alle caratteristiche dei pazienti che ne fanno un uso anomalo, soppesando i pareri pro e contro dei vari esperti".

"Fra questi - ricorda Rossi - i cardiologi che sostengono la 'bontà' del vino per la funzione del resveratrolo (polifenoli) contenuto, che eserciterebbe un'attività antiossidante, antinfiammatoria e cardioprotettiva. Così come gli epatologi, secondo cui il vino non arreca danno al fegato, a condizione che sia assunto con moderazione per il piacere conviviale e salvo eccezioni, quali ad esempio problematiche epatiche concomitanti, specie se avanzate, come la cirrosi da qualunque causa. Di parere opposto neurologi e neonatologi, che sottolineano invece i potenziali rischi indotti dal vino al sistema nervoso centrale: intossicazione alcolica, crisi epilettiche, aumentate probabilità ictus e gravi danni neurologici sia a breve che a lungo termine, così come al feto anche quando assunto in pre-gravidanza, a causa delle modificazioni epigenetiche ai gameti, compresi quelli maschili, che si formano nei 70 giorni precedenti il concepimento". Chi avrà ragione?