Ponte Lambro, il Comune ci riprova per il laboratorio di Renzo Piano: ecco il bando

L'archistar lo aveva immaginato come luogo di socialità. Ora per l'immobile di via Guido Ucelli di Nemi un futuro come centro servizi

Un rendering  del laboratorio

Un rendering del laboratorio

Milano, 2 dicembre 2018 - Un intervento di riqualificazione necessario, atteso a lungo dagli abitanti del quartiere, che abbia l’ambizione di rappresentare una nuova centralità per la Milano di domani. Un processo iniziato ma poi interrotto, al quale il Comune, col supporto di G124, il gruppo di lavoro guidato dall’architetto Renzo Piano, sta lavorando per portarlo a termine. Questo l’obiettivo del bando per la ricerca di operatori interessati al recupero e alla gestione dell’immobile mai ultimato di via Guido Ucelli di Nemi, nel quartiere Ponte Lambro, di cui la Giunta ha appena approvato le linee guida.

Come spiega l’assessore alla Casa e ai Lavori pubblici, Gabriele Rabaiotti: «Abbiamo la possibilità di dimostrare che Milano è capace di distribuire valori e interessi anche fuori dal centro storico. Il progetto di un nuovo centro di servizi e attività a Ponte Lambro guarda al quartiere ma interviene su scala metropolitana, e rappresenta un’occasione unica di riscatto e cucitura col resto della città. Mi auguro ci siano operatori che abbiano voglia di assumere questa sfida». Il Contratto di quartiere, i Piani integrati di intervento, fino alla risistemazione dell’area dell’ex albergo dei Mondiali di Italia ’90, hanno contribuito al miglioramento di Ponte Lambro.

Resta da ultimare lo spazio del laboratorio a suo tempo immaginato da Renzo Piano per farne la sede di un centro di servizi che il Comune vorrebbe il più possibile innovativo ed inclusivo. Uno spazio, quello oggetto del bando, molto ampio e da reinventare. Si innesta con una passerella di vetro come collegamento orizzontale tra le due stecche di 5 piani di case popolari in via Ucelli di Nemi, costruite negli anni ’70. Si tratta di 4mila metri quadrati, il 40% dei quali in origine era composto da 31 alloggi, mentre la parte restante era riservata a spazi multifunzionali per la formazione, il lavoro e per servizi di quartiere. Le opere di trasformazione dell’immobile sono state avviate nel novembre 2011 e si sono interrotte nel gennaio 2015 col fallimento dell’impresa appaltatrice e con uno stato di realizzazione giunto oltre la metà. Il Comune vuole quindi individuare un soggetto cui affidare l’immobile in concessione d’uso, per una durata massima di 30 anni, e garantirne la valorizzazione attraverso l’attivazione di servizi per la cittadinanza ad ampio spettro.

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