MARIANNA VAZZANA
Cronaca

Agosto bollente a Milano: assalto alle piscine (“Le nostre spiagge”). Ma quattro impianti storici sono chiusi

Sono tra le mete favorite dei cittadini negli ultimi giorni con oltre 35 gradi. Polemica sugli spazi off limits: Lido, Scarioni, Argelati e Saini

Due ragazze si rilassano alla piscina Romano di Città Studi

Due ragazze si rilassano alla piscina Romano di Città Studi

Milano – Per chi resta in città ad agosto, la piscina è una delle mete più gettonate. Un’oasi per rinfrescarsi durante giornate di fuoco come quelle dell’ultima settimana, in cui più volte si sono superati i 35 gradi. “Zainetto in spalla, infradito ai piedi, ed è quasi come andare in spiaggia. Certo, ci vuole fantasia... A volte però passa la voglia, per la folla che c’è a bordo vasca e in acqua. Se si può, meglio andare durante la settimana ed evitare i weekend”, dice una ragazza alla piscina Romano, a Città Studi. “Pienone“ anche perché di centri balneari comunali con piscine scoperte gestiti da Milanosport ne sono rimasti aperti solo tre: oltre alla Romano, gli impianti Sant’Abbondio, vicino via Dei Missaglia, e Cadellino in zona Lorenteggio. Si aggiunge la piscina Lampugnano, che è gestita dalla Federazione italiana nuoto. Tra le alternative i Bagni misteriosi del Teatro Parenti e il parco acquatico a Quinto Romano, oltre a 12 tra piscine pubbliche e centri sportivi con vasche, sì, però al coperto.

Di certo per prendere il sole sdraiati su lettini o stuoie e tuffarsi sotto il cielo, le possibilità si sono ridotte rispetto al passato, perché restano chiusi in attesa di ristrutturazione il Lido, off limits dal 2019, la Scarioni, dal 2018, il Saini dal 2023 e la Argelati dal 2022. E le polemiche, in questa estate di fuoco, non sono mancate. Due mesi fa, all’inizio della stagione, il sindaco aveva risposto ai cronisti che “noi abbiamo puntato alle partnership con i privati a causa della mancanza di fondi pubblici (per ristrutturare le piscine, ndr). Ma in alcuni casi questi accordi non si riescono a fare”. Per il Lido, nel 2023 è stata firmata una convenzione con la società spagnola Go Fit Life Science and Technology SA la quale investirà 25 milioni nella ristrutturazione e gestirà l’impianto per 42 anni. Prevista una zona fitness e una piscina più piccola.

Intanto, le piscine all’aperto chiuse al pubblico sono nella morsa dell’abbandono, in attesa di restyling e orfane di gestione. Nei mesi scorsi già avevamo sbirciato quel che resta della Scarioni in via Valfurva, al quartiere Niguarda, che durante i mesi freddi era stata meta di occupazione da parte di lavoratori stranieri precari sostenuti dalla rete solidale “Ci siamo“. Regnano erbacce, sporcizia e desolazione. Uno scenario da film dell’orrore tra la gigantesca vasca svuotata e i cunicoli deserti.

Stessa desolazione alla piscina Argelati, a un passo dal Naviglio Grande, che un mese fa era stata teatro di un’occupazione-lampo proprio per puntare i riflettori sulla questione piscine. C’è qualche progetto in vista? Lo scorso 10 giugno, durante la commissione consiliare che aveva all’ordine del giorno proprio la situazione delle piscine pubbliche a Milano, l’assessora comunale allo Sport Martina Riva ha spiegato: “Stiamo ascoltando le richieste della città e valutando la possibilità di mantenere la piscina Argelati pubblica, anche grazie all’impegno dell’assessorato al Bilancio. Un’operazione del genere comporterebbe un investimento tra i 15 e i 20 milioni di euro, con tempi stimati (tra progettazione e lavori). I lavori per riqualificare l’Argelati dovrebbero durare cinque anni”. Poi, in una seduta successiva, ha avanzato l’ipotesi di un concorso pubblico internazionale per la progettazione della nuova struttura. Ai cittadini che trascorrono agosto a Milano, non resta che scegliere uno dei tre impianti ancora aperti. Che sono sempre meno.