
L'avvocato e presidente dell'Avils, Domenico Musicco (NewPress)
Milano, 19 ottobre 2017 - «Non si devono concedere misure premiali a chi commette fatti efferati come quello di viale Monza». Domenico Musicco, presidente di Avisl, l’Associazione vittime incidenti stradali, sul lavoro e malasanità, scuote la testa. Sta passando proprio dal punto in cui Franko della Torre, viaggiando a una velocità di oltre 100 chilometri orari, ha travolto il Suv di Livio Chiericati, uccidendolo.
Avvocato Musicco, che cosa ne pensa della decisione del giudice?
«Non mi trova d’accordo. Non è un bel segnale considerando l’indice di criminalità così alto. Chi ha commesso il fatto è un pregiudicato che guidava ad alta velocità, è passato col rosso, se ne è andato ed è tornato sul posto a recuperare il telefonino. È vero che il braccialetto elettronico assicura il controllo dei movimenti del soggetto, però è sicuramente una misura meno punitiva rispetto al carcere».
Nonostante la legge sull’omicidio stradale, continua a esserci la scarcerazione facile?
«La legge funziona, c’è stato un calo degli incidenti e dei casi di pirateria stradale del 6,8% nei primi sei mesi del 2017, anche se rimangono troppi. Soprattutto a Milano. Le condanne ci sono e sono alte, vengono comminate e sono congrue; resta la discrezionalità del giudice e ci sono i riti abbreviati, con lo sconto di un terzo della pena. Se viene riconosciuto l’omicidio stradale però non dovrebbero essere concessi con tale facilità la scarcerazione o i domiciliari. Se il fatto fosse successo prima della nuova legge, la condanna sarebbe rimasta sulla carta e sarebbe già a piede libero. È stato condannato a 7 anni e 6 mesi, ma non mi sembra condivisibile l’applicazione della misura alternativa».
Cosa manca a questa legge?
«Io sono stato fra i principali promotori di questa legge per punire i criminali al volante con durezza. Certo, non basta una legge per quanto buona a funzionare da deterrente. La Lombardia è maglia nera per pirateria stradale: sempre nei primi sei mesi dell’anno gli episodi con feriti gravi o mortali sono stati 58. Siamo al 14esimo posto in Europa nel rapporto incidenti-vittime. Quello che manca è una politica di prevenzione».
Concretamente?
«Mancano i controlli. A Milano mancano agenti sulle strade che monitorino i punti pericolosi e soprattutto l’uso degli smartphone alla guida. Servono controlli del tasso alcolemico nel fine-settimana e i droga-test. In questo caso l’omicida viaggiava a 120 all’ora in città. E servono interventi a scuola».
E sul capitolo risarcimenti alle vittime, che dice?
«È in discussione un decreto ammazza-risarcimenti che prevedrebbe un dimezzamento. Abbiamo chiesto un incontro al presidente della Repubblica».