“Opporsi a questa decisione è anacronistico". Alessandro Belli, capogruppo della Lega a Pioltello, quattro consiliature alle spalle, non ha dubbi: "Se non ci evolviamo, ci estinguiamo. Lo dico da padano".
Tecnologo alimentare, 50 anni, una lunga militanza politica all’attivo. È un eretico?
"(Ride) Pioltello è una città multietnica, credo che la scelta dell’istituto Iqbal Masih di chiudere per la fine del Ramadan sia molto pratica. Quel giorno, il 10 aprile, più di metà degli alunni sarebbe assente e quindi nessuno farebbe lezione comunque. Il 43% dei 1.270 iscritti è straniero, ma la percentuale sale oltre la metà se si considerano i figli degli immigrati di seconda o terza generazione. Una realtà fotografata ogni anno dal Piano diritto allo studio".
Dissente dal suo partito?
"Totalmente. Penso con la mia testa. La nostra è da sempre città dell’accoglienza e la decisione del Consiglio d’Istituto va esattamente in questa direzione. Il percorso non è cominciato adesso e neanche l’anno scorso, ha radici lontane. Il cous-cous e la trippa devono andare a braccetto. È successo anche qualche mese a un pranzo multietnico in piazza organizzato dalla maggioranza al quale hanno partecipato un migliaio di persone, e anch’io. È stato molto bello. Il mondo cambia, chi chiude gli occhi, sbaglia".
Sarebbe favorevole alla costruzione di una moschea in città?
"Non me lo chieda. Il cuore mi direbbe anche due. Ho viaggiato molto per lavoro. Ricordo la prima volta che arrivai a Londra, 30 anni fa. Era pieno inverno e appena atterrato vidi una ragazza con le infradito. Pensai fosse un azzardo. Ma poi ho capito che il mio era un pregiudizio, frutto di vecchi insegnamenti. Girando il mondo ho capito che ciascuno vive come crede. La cultura allarga gli orizzonti. Il Ramadan è quaresima, la scelta dell’Iqbal Masih abbraccia i tempi".
Lo dice da leghista...
"Sono e resto un federalista convinto, all’università giravano i volantini “o polenta, o kebab”. Oggi siamo oltre. Fraternizzare è un’esperienza che arricchisce tutti. Lo dico da lombardo. Vorrei vivere in un mondo in cui anche nei paesi musulmani fosse possibile festeggiare la Pasqua. Credo che la parola giusta sia reciprocità. A Pioltello, nel Paese, ovunque".