GIULIA BONEZZI
Cronaca

Pat, accordo tra inquilini e fondo. Le regole per il canone calmierato nei palazzi pregiati del Trivulzio

Sunia, Sicet e Unione hanno siglato con Invimit l’intesa: sconti fino al 35% in base all’Isee "Ora un tavolo con il commissario sugli edifici periferici". Tronca: lo apriamo a luglio.

Sunia, Sicet e Unione hanno siglato con Invimit l’intesa: sconti fino al 35% in base all’Isee "Ora un tavolo con il commissario sugli edifici periferici". Tronca: lo apriamo a luglio.

Sunia, Sicet e Unione hanno siglato con Invimit l’intesa: sconti fino al 35% in base all’Isee "Ora un tavolo con il commissario sugli edifici periferici". Tronca: lo apriamo a luglio.

Dopo più di un anno di presidi e proteste c’è il primo accordo, con tanto di foto scattata nella sede di Invimit, tra i sindacati Sunia, Sicet e Unione inquilini e la società del Ministero dell’Economia e finanze con la quale il Pio Albergo Trivulzio ha costituito il fondo cui alla fine dello scorso novembre ha iniziato a conferire gli immobili del patrimonio (che alla scadenza torneranno alla Baggina). L’intesa riguarda il perimetro degli affitti calmierati nei nove edifici più pregiati assati al Fondo i3 Sviluppo Italia - Comparto PaT: piazza del Carmine 1, piazza Mirabello 1 e 5, via Moscova 25, via Montebello 7/San Marco 20, via Curtatone 14/Orti 29, corso di Porta Romana 116 e 116/A, via Petrarca 2 e via Poma 48.

"Un punto di equilibrio tra equità sociale e sostenibilità economica", secondo Invimit, che introduce una serie di clausole di salvaguardia con sconti sui nuovi canoni (che non potranno essere inferiori ai precedenti) fino a un massimo del 35% in base all’Isee, garanzie ulteriori per anziani e persone con disabilità e una commissione paritetica che valuti i casi particolari. L’accordo riguarda solo alloggi ad uso abitativo per residenti, quindi sono esclusi gli usi transitori, come gli affitti brevi, o commerciali, e possono sottoscriverlo solo gli inquilini che non abbiano contenziosi pendenti col fondo o col PaT né morosità e sottoscrivano il contratto entro 30 giorni dalla convocazione. Inoltre, "al fine di garantire principi di equità", le clausole sociali non si applicano "agli inquilini di appartamenti con superficie superiore a 120 mq" – ma si può ottenere l’assegnazione di un alloggio più piccolo ed economico nello stesso edificio o in un altro del patrimonio – "o che siano intestatari di proprietà adeguate a Milano rispetto al nucleo familiare o di valore catastale superiore a 150.000 euro (200.000 per over 80 anni e disabili gravi)".

Una clausola di esclusione, quest’ultima, comprensibile solo alla luce della particolarissima stratificazione dell’inquilinato del PaT, un mix esplosivo composto per metà di affittuari storici, di poco troppo “ricchi” per una casa popolare, a canone concordato ottenuto in qualità di sfrattati nel secolo scorso o di ex lavoratori della Baggina o altre strutture sociosanitarie, per i quali l’accordo introduce il principio che il canone non incida per oltre il 30% del reddito, o in questo caso non possa aumentare più del 20% – e questa correlazione "alle effettive capacità reddituali e patrimoniali", sottolinea l’assessore all’Edilizia residenziale pubblica del Comune Fabio Bottero, "è un passo importante verso una città più inclusiva" - ma, per l’altra metà, da conduttori a canone libero che hanno avuto legalmente la casa nel nuovo millennio con le aste, accollandosi manutenzioni in cambio di affitti stracciati e confidando nel loro rinnovo sine die.

Ora Sunia, Sicet e Unione inquilini festeggiano d’aver ottenuto l’impegno di Invimit a "piani di manutenzione", e l’estensione del canone concordato "a tutto il patrimonio abitativo". Resta però aperta la questione col PaT sugli stabili non ancora conferiti al fondo, "in particolare quelli più popolari", e chiedono al commissario Francesco Paolo Tronca di aprire "un tavolo di trattativa". Tronca promette che lo farà questo mese e ribadisce che l’accordo, "frutto di un confronto avviato il 27 marzo 2025", è "nel solco" dell’intera operazione fondo che "prevede la tutela della destinazione sociale del patrimonio abitativo, in coerenza con la missione pubblica e senza ricorso a dismissioni generalizzate".