REDAZIONE MILANO

Il regalo d’addio di Paolo Limiti a Milano: un tesoro di storie del cinema

Il conduttore e paroliere è morto nella sua casa alla Maggiolina, i funerali saranno celebrati nella chiesa di Santa Maria Goretti

Paolo Limiti (Newpress)

Milano, 28 giugno 2017 - Il funerale è oggi alle tre meno un quarto nella chiesa di Santa Maria Goretti, in via Melchiorre Gioia. A Milano dove Paolo Limiti era nato, l’8 maggio del 1940, e dov’è morto ieri mattina, nella sua casa di via Cagliero, alla Maggiolina, dopo aver combattuto per un anno contro il cancro. Lì hanno cominciato a piangerlo gli amici, che un tam tam di telefonate ha riunito nell’attico dove Limiti è voluto rimanere fino all’ultimo, rifiutando sempre il ricovero, e il palazzo. «Il Paolo era una così bella persona», dice un’anziana vicina, e il portiere aggiunge: «Sempre cortese e gentile, di quelle che non ci sono più». «Milano saluta Paolo Limiti, grande paroliere e storico volto della nostra televisione», ha twittato il sindaco Giuseppe Sala. Una televisione che pure lei, forse, non c’è più, anche se dedica tributi - ieri Rete 4 e Rai Storia, che replica lo speciale oggi dalle 16.55 - all’intrattenitore garbato di lunghi pomeriggi, un pozzo d’aneddoti sulla storia della musica che aveva anche fatto, come produttore e paroliere di Mina in primis, della televisione e del cinema, di cui era «raffinato conoscitore», ricorda l’assessore alla Cultura Filippo Del Corno. E gran collezionista: riviste fin da bambino, anche rare, libri, fotografie soprattutto di dive della Hollywood anni ’50 - Justine Mattera, sua moglie per due anni e ancora legata a lui, la scoprì come sosia di Marilyn Monroe -, cimeli e memorabilia, cassette e dvd, tremila monografie sulle star che un anno fa, poco prima di ammalarsi, aveva donato alla Fondazione Cineteca. Con Limiti, rivela Del Corno, «erano in corso accordi verbali per ampliare la donazione con altri preziosi materiali» della collezione, che occupa parte dell’attico grande un piano alla Maggiolina e alcune cantine. «I tremila pezzi della sua donazione potranno essere consultati nei prossimi mesi alla Biblioteca di Morando, in via Tofane, dove la Cineteca li sta catalogando». Dono d’addio, alla sua Milano, di un «autore sensibile e spirito brillante, che ha saputo cogliere nello spettacolo il valore di rappresentare l’evoluzione dei costumi, cristallizzando le tappe di una storia che è un pezzo di quella di tutti noi».