
Movida in corso Garibaldi a Milano
Milano – L’anticipo dell’ordinanza anti-movida selvaggia di un mese e 20 giorni – i divieti sono entrati in vigore il 10 giugno invece che il 30 luglio come la scorsa estate – non convince il centrodestra e il Comitato di residenti Lazzaretto, convinti che questa mossa della Giunta comunale guidata dal sindaco Giuseppe Sala non basterà per fermare il caos e il degrado nelle 11 zone, indicate nell’ordinanza – dal Duomo ai Navigli fino all’Arco della Pace e a piazza Leonardo da Vinci (vedi la mappa) – in cui si applicano i divieti comunali contro la vendita d’asporto di bevande in contenitori di vetro e o in lattina dalle 22 alle 5.
Il capogruppo di FdI in Comune Riccardo Truppo attacca: "Non credo sia corretto parlare di ordinanza anti-movida, ma di gestione ordinaria della sicurezza cittadina dato che molte aree ormai risultano fuori controllo. Il vetro in città degli alcolici va bandito ovunque e penso in particolar modo a quanto accade dalla vendita spesso selvaggia dei minimarket. Manca all’appello un’attenzione specifica delle aree verdi". Una mozione datata 6 giugno che vede come primi firmatari il consigliere di FdI Francesco Rocca e Truppo chiede al sindaco di firmare "un’ordinanza, su tutto il territorio cittadino, che vieti il consumo di alcolici e superalcolici in contenitori di vetro nelle strade pubbliche e nelle aree verdi". In tutta la città, non solo nelle 11 zone indicate nell’ordinanza in vigore.
Alessandro De Chirico , capogruppo di FI, intanto, sottolinea che "è positivo che siano state accolte le segnalazioni dei cittadini che da anni chiedono interventi per ridurre la movida selvaggia (penso alla Bicocca, a piazza Leonardo da Vinci, a via Melzo). Ma nella mappa elaborata mancano completamente i grandi parchi cittadini (Trenno, Lambro, etc) che, soprattutto durante i weekend estivi, vengono “assaltati” da chi resta in città e organizza rave, grigliate e maratone alcoliche. I divieti servono, ma bisogna che qualcuno controlli che vengano rispettati. Per questo abbiamo proposto di utilizzare le associazioni delle forze dell’ordine in quiescenza, i City Angels e altri volontari".
Elena Montafia , portavoce del Comitato Lazzaretto, che raggruppa i residenti di via Lecco e strade limitrofe, è ancor più dura: "L’ordinanza e le misure messe in atto sono inutili a contenere minimamente il problema. La movida non è un tema di materiali usati, posto che spesso chi invade le nostre vie si porta le bottiglie da casa. Il problema della movida e del rispetto della salute dei residenti è dato dall’aver promosso una socialità basata sulla presenza di migliaia di persone in strada. Questo fenomeno si è aggravato quando hanno consentito migliaia di dehors in carreggiata (rendendo le vie invivibili e incontrollabili) sottraendo spazio ai cittadini a vantaggio di un’unica categoria privata".
A difesa dell’amministrazione comunale di centrosinistra scende in campo il capogruppo del Pd Filippo Barberis: "Occorre che lavoriamo tutti per fare in modo che l’anticipo positivo dell’ordinanza sia applicato in maniera efficace. Perché questo accada, è essenziale una piena collaborazione sui controlli con le altre forze dell’ordine. Non se ne possono occupare solo i vigili urbani. In alcune zone serve un lavoro di squadra con Polizia di Stato e Carabinieri. Inoltre si deve instaurare un rapporto di collaborazione con i gestori dei locali. Milano deve rimanere accesa la notte, ma in maniera sostenibile".