
Movida sulla Darsena
Milano – Il Comune gioca d’antico, fa partire l’ordinanza anti-movida selvaggia un mese e 20 giorni prima rispetto alla scorsa estate e aggiunge un’undicesima area, quella di piazza Leonardo da Vinci, davanti al Politecnico, tra quelle in cui applicare i divieti per i locali sullo stop al vetro e alle lattine all’aperto.
L’ordinanza "per la tutela del decoro, dell’ambiente, del patrimonio culturale e della sicurezza urbana" nelle aree della movida, firmata dalla vicesindaco Anna Scavuzzo – il sindaco Giuseppe Sala era già partito per Istanbul per assistere alla finale di Champions tra Inter e Manchester City – è scattata ieri e durerà fino alla mezzanotte di domenica 9 luglio, ma i divieti saranno probabilmente prorogati fino a fine settembre.
Le aree interessate sono 11: Duomo; Arco della Pace; Ticinese/Darsena/Navigli/Tortona; Nolo; Como/Gae Aulenti/Garibaldi/Brera; Isola; Lazzaretto; Melzo; Sarpi; Bicocca; Leonardo da Vinci. Il nuovo atto conferma le regole severe delle ultime due estati contro l’utilizzo di contenitori in vetro e lattina nelle aree più frequentate dal popolo dell’happy hour e del divertimento serale. In tutte le aree sopracitate, dalle 22 alle 5, sarà in vigore il divieto di vendere o somministrare cibi e bevande da asporto in bottiglie e contenitori di vetro o in lattina. Potranno essere utilizzati soltanto contenitori di carta o plastica previa spillatura o mescita delle bevande.
L’ordinanza punta a "garantire la piena fruizione degli spazi pubblici nonché a tutela della tranquillità e del riposo dei residenti e senza nocumento per l’ambiente e per il patrimonio culturale del luogo” e sottolinea che è "necessario adottare provvedimenti diretti a superare situazioni di grave incuria o degrado delle aree della “movida”, o di pregiudizio del decoro e della vivibilità urbana, nonché a contrastare i fenomeni di illiceità favoriti dal rilevante afflusso di persone". Le sanzioni amministrative per i locali che non rispetteranno i divieti vanno dai 500 euro ai 5mila euro.
È il terzo anno consecutivo che Palazzo Marino applica questa ordinanza e ogni anno aumentano le zone sotto tutela. Non a caso. Dalla ripresa della vita serale e notturna dopo i mesi più duri dell’emergenza Covid e del conseguente lockdown, infatti, la malamovida è diventato un fenomeno sempre più evidente e preoccupante, anche per il proliferare di tavolini, sedie e dehors all’aperto per venire incontro ai commercianti, che, a partire dal 2020, per rispettare le regole sul distanziamento anti-contagio, avevano chiesto e ottenuto dal Governo di sfruttare gli spazi all’aperto davanti o nei pressi dei loro bar, ristoranti o locali.
Le nuove occupazioni di suolo pubblico, da 2021 a oggi, sono state oltre 2 mila. La movida milanese, dunque, è cambiata, in meglio e in peggio, proprio a causa delle novità introdotte per uscire dalla crisi da Covid. Non a caso nell’estate del 2019, quando la pandemia non era ancora scoppiata, l’ordinanza del sindaco contro contenitori di vetro e lattine aveva riguardato solo l’area della Darsena, non tutte le altre zone della movida citate nell’attuale ordinanza.
Palazzo Marino prova a correre ai ripari contro il caos da movida anche per un altro motivo: le recenti sentenze – la prima ha riguardato il quartiere di San Salvario a Torino, l’ultima, della Cassazione, sulla zona del Carmine a Brescia – che hanno dato ragione ai residenti che hanno denunciato le amministrazioni locali e chiesto un risarcimento danni a causa del troppo rumore generato dai locali.
Il sindaco Giuseppe Sala, martedì scorso, si è detto "molto preoccupato" per la sentenza relativa a Brescia, perché "fare rispettare quelle misure è un compito che riguarda la sicurezza ed è un compito un po’ di tutti. Se però il costo ricade solo sul Comune, è un grandissimo problema". E ancora: "Quanti luoghi nella nostra città sarebbero da controllare in una serata milanese? È quasi impossibile. Stiamo ragionando su cosa si può fare per l’interno e l’esterno dei locali. D’altro canto, la scelta di far espandere i locali all’esterno non è stata solo di Milano, ma di tutte le città".