
Luca
Altieri*
Milano è sempre stata “ovattata” nella nebbia: il freddo pulviscolo di fine anni ’50 di “Totò Peppino e la Malafemmina”, il grigio fumo delle fabbriche negli anni ’60 e ’70. Da qualche tempo, però, la tradizionale nebbia manca a Milano; è invece subentrata una foschia più malsana: su tutto e tutti ora torna ad aleggiare la pandemia. In sordina sulla città, come nebbia sottile, attutisce suoni, smorza colori, affievolisce luci ma soprattutto offusca gli animi. Pandemia deriva dal greco e significa “di tutto il popolo” e non c’è dubbio che il suo effetto si ripercuota in comportamenti e aspettative di tutti noi. Avrei voluto vedere diffondersi però altrettanto velocemente un’altra “pandemia”: quella di consapevolezza, senso civico e voglia di cambiare. Mi piacerebbe vedere in tutti il desiderio di una trasformazione profonda delle nostre vite e non quella di un ritorno alla pseudonormalità! “Se non ora quando?”, mi chiedo.
Dovrebbe essere l’occasione giusta per sperimentare, innovare, ripensare la città in un’ottica più digitale e sostenibile, più blu e più verde. Ma come non essere comprensivi di fronte all’inerzia delle persone avvolte da questa fuliggine paralizzante che ci riporta alle esigenze basilari: salute, famiglia, sicurezza? La mia comprensione viene però meno per Istituzioni, Aziende e Politica. Di chi ha il dovere morale di “tagliare a fette la nebbia” potenziando infrastrutture sanitarie e scolastiche, con aiuti a piccole e medie imprese, il potenziamento delle reti digitali...usando i soldi del recovery fund per far fiorire l’innovazione. Se la pandemia è di tutto il popolo, lo sono anche innovazione e sostenibilità ma devono essere guidate dall’alto...in basso. Le persone oggi sono troppo occupate a preoccuparsi! Per il sindaco Sala il 70% dei milanesi è pronto a un cambiamento. È di buon auspicio, come l’impegno dal Comune di avviare tavoli di lavoro con le aziende su sostenibilità, smart working etc. “Walk the talk” direbbero gli americani; mostriamolo con gli atti, diciamo a casa nostra. Mostriamo i fatti e diventerà pandemico il cambiamento.
*Dir. marketing Ibm Italia