Milano, 21 settembre 2024 – “Sofia Castelli non avrà giustizia. A quanto pare, per la legge italiana siamo di fronte a un ‘assassino modello’, premiato con la pena massima di 24 anni di reclusione (se continua ad essere collaborativo potrebbero anche diventare 18 o 19...)”. Il commento pieno di rabbia è di Alexandra Zurria, zia di Sofia Castelli, uccisa a 20 anni dall'ex fidanzato all'alba del 29 luglio 2023 con 8 coltellate.
Per Zakaria Atqaoui, italo-marocchino di 23 anni, che si nascose a casa della ragazza, a Cologno Monzese, e la colpì nel sonno, è diventata definitiva la sentenza di condanna a 24 anni di reclusione. La Procura di Monza, che aveva chiesto l'ergastolo, non può tecnicamente presentare appello non essendo stato presentato ricorso dal legale difensore dell'assassino della nipote. La difesa del giovane, in sostanza, ha deciso di accettare la pena.
Da qui il lungo post della zia di Sofia, Alexandra Zurria, pubblicato su Instagram: “A quanto pare, per la legge italiana siamo di fronte ad un assassino modello. La premeditazione, aggravante che può far scattare la pena dell'ergastolo, è stata confermata dai giudici insieme ad altre due aggravanti. Ma questo non è bastato. Anzi... Siccome l'assassino si è subito costituito e ha confermato tutto nei minimi particolari ha dimostrato un ‘comportamento collaborativo’”, è uno stralcio del messaggio.
“Insomma, un ‘assassino modello’ agli occhi della legge italiana... E per questo è stato premiato con la pena massima di 24 anni di reclusione (se continua ad essere collaborativo potrebbero anche diventare 18 o 19...)”. Alexandra Zurria ha poi aggiunto: “Se le attenuanti sono sempre diverse e talvolta creative, vedi attenuante covid nel caso di Lorena Quaranta, le motivazioni che spingono i carnefici al cosiddetto femminicidio sono sempre le stesse senza alcuna differenza: mancanza di possesso e potere sulla donna”. La zia ha infine pubblicato un video con le immagini della nipote, fin da quando era bambina, con la dedica "per sempre" seguita da un cuore.