
Un fermo immagine tratto da un video diffuso il 13 ottobre 2024 mostra Daniele Rezza in giro per le strade di Rozzano a notte fonda
Rozzano (Milano), 14 ottobre 2024 – “Era rimasto in piedi, non ho visto sangue, non pensavo di averlo ucciso”. Manuel Mastrapasqua, invece, stava per morire, colpito da una coltellata al petto che non gli aveva lasciato scampo per strada, la notte fra giovedì e venerdì scorsi, a Rozzano. Il suo assassino, Daniele Rezza, cassiere a chiamata in un supermercato milanese, al suo primo lavoro, oggi dovrà rispondere davanti al gip di omicidio e rapina per quelle cuffie con cui Manuel stava comunicando con la fidanzata che vive in Liguria e con la quale aveva in vista un breve viaggio. Rezza, figlio unico, con un passato problematico, fatto di aggressioni sui Navigli, piccoli furti e che non è andato oltre la terza media, "mollando dopo due anni di superiori”, la sua confessione, in estrema sintesi, l'aveva già fatta davanti agli agenti della Polfer di Alessandria che l'avevano visto vagare stralunato sui binari.
In fuga verso la Francia
La sua intenzione era quella di andare in Francia, ma allo stesso tempo era indeciso se costituirsi. Così era rimasto sulla banchina. “Va tutto bene?”, gli avevano chiesto gli agenti e lui, in tutto risposta: “Devo confessare un omicidio, a Rozzano”. È stato quindi preso in consegna dai carabinieri di Milano, che già l'avevano individuato nelle immagini delle telecamere di sorveglianza con in mano un coltello, e che l'hanno interrogato con il pm Maria Letizia Mocciaro e l'assistenza dell'avvocato Maurizio Ferrari. Una confessione piena. Era uscito di casa quella notte per fare una passeggiata perché “ero nervoso” e, ha raccontato, aveva portato con sé un coltello a serramanico per difendersi da eventuali brutti incontri nel paese che è storicamente problematico in termini di sicurezza.

“Non ho visto sangue”
Nel suo vagare ha visto Mastrapasqua, vicino alla fermata del tram 15. “Dammi qualcosa, dei soldi”, ha detto al magazziniere che stava tornando a casa dal suo turno di lavoro in un supermercato. L'uomo gli ha detto di no ed è a quel punto che Rezza gli ha strappato le cuffiette. Non ho visto sangue, e lui era ancora in piedi, non credevo di averlo ucciso”. L'ultima immagine di Mastrapasqua vivo è delle 2.54. A casa, Rezza ha raccontato il mattino dopo al padre di aver colpito un uomo ma non era stato stato subito creduto (secondo il suo legale il giovane ha dei problemi di salute da quando aveva 14 anni). Quando, però, si sono diffuse le notizie dell'omicidio, il padre l'ha accompagnato ad Alessandria dove la sua sconclusionata fuga è finita. Una scelta, quella del genitore, che ha scatenato la rabbia della madre di Manuel: “Doveva portarlo in caserma, non farlo scappare”.
E dal verbale di Daniele emerge un altro elemento: è stato suo padre a buttare le cuffie che il 19enne aveva preso a Manuel. “Dopo diversi inviti - si legge - il padre del giovane indicava ai militari operanti, il luogo dove lui stesso aveva gettato le cuffie con le quali il figlio era rientrato a casa la notte: le stesse sono palesemente quelle che erano appartenute alla vittima«. E con una punta di amarezza il pm annota: “Le cuffie rinvenute, di marca Music sound, è opportuno dire che hanno un valore di soli 14 euro”.