ANDREA GIORGIO GIANNI
Cronaca

Il video della festa di Giulia Tramontano e Alessandro Impagnatiello per Thiago: “Lui ha una doppia faccia, ha sempre ingannato tutti”

Senago, le immagini due mesi prima del massacro con 37 coltellate, il killer rideva felice. L’ex barman all’udienza guarda e piange

Milano –  Quattro bambini urlano e saltano nella stanza, eccitati per la festa. Alessandro Impagnatiello – maglione beige, pantaloni scuri e ciabatte rosse – sorride e intrattiene gli ospiti, una decina. Accanto a lui, vestita di nero, la fidanzata Giulia Tramontano. Insieme scoppiano un palloncino, e rivelano a tutti i presenti che il piccolo Thiago, nella pancia della ragazza, è un maschio. Seguono applausi e abbracci, auguri, brindisi e strette di mano. Una donna grida: "É un maschio, è un maschio...".

GIULIA
GIULIA

Una scena di vita familiare che risale allo scorso 17 marzo, giorno del ’gender reveal party’, usanza importata dagli Stati Uniti per rivelare a parenti e amici il sesso del nascituro. Festa organizzata dalla coppia nell’appartamento a Senago dove, poco più di due mesi dopo, Giulia sarebbe stata uccisa con 37 coltellate. In quel periodo il barman 30enne, ora sotto processo davanti alla Corte d’Assise di Milano, stava già portando avanti il suo piano per eliminare la fidanzata e, con lei, il figlio. Secondo l’accusa, infatti, avrebbe tentato di avvelenare Giulia per mesi, almeno dal dicembre del 2022, somministrandole del topicida messo nelle bevande, ma anche ammoniaca, a sua insaputa.

Dal video del ‘gender reveal party’ Impagnatiello appare tranquillo e perfettamente a suo agio coi suoi familiari radunati a Senago per festeggiare in un appartamento come tanti, una casa simile a quella di tante altre giovani coppie che stanno costruendo una famiglia. Quando il breve filmato è stato proiettato in aula nel corso dell’ultima udienza, giovedì scorso, il trentenne, però, ha alzato gli occhi e ha iniziato a singhiozzare.

Giulia Tramontano e Alessandro Impagnatiello alla festa del gender reveal
Giulia Tramontano e Alessandro Impagnatiello alla festa del gender reveal

"Dal filmato emerge ancora una volta la capacità di Impagnatiello di dissimulare i suoi sentimenti e di mostrare una doppia faccia ingannando tutti", spiega l’avvocato Giovanni Cacciapuoti, legale dei familiari di Giulia Tramontano, parti civili nel processo. "Per noi è una testimonianza rilevante – prosegue – anche per descrivere il carattere dell’imputato che, mentre festeggiava con i suoi parenti, aveva già iniziato ad avvelenare Giulia".

La sorella, Chiara Tramontano, al termine della terza udienza ha ribadito la sua richiesta di "ergastolo" per Impagnatiello, che ha mostrato la sua "doppia faccia" anche nei giorni che hanno seguito il delitto e l’occultamento del cadavere, portando avanti quel maldestro tentativo di simulare un allontanamento volontario smascherato dalle indagini dei carabinieri, coordinate dal pm Alessia Menegazzo.

Alle 22.30 del 27 maggio, poco dopo aver ammazzato la compagna incinta al settimo mese, Impagnatiello assicurava alla collega 23enne, con cui aveva una relazione parallela che il giorno seguente avrebbero parlato tutti insieme. "Anche domani, tutti e tre", scriveva in una delle chat agli atti del processo. Impagnatiello, inoltre, per rendere credibile la messinscena aveva anche continuato a scrivere messaggi a Giulia, per poi recarsi dai carabinieri insieme alla madre per denunciare la scomparsa.

Dalle chat emerge anche il rapporto che si era creato fra Giulia e l’altra donna, ’alleate’ quando è crollato il castello di bugie costruito dal barman. "Ma per caso hai perso tu un Labello bordeaux in macchina?", chiedeva in chat Giulia Tramontano alla ragazza con cui il compagno aveva la relazione parallela. "Io quello l’ho messo in macchina apposta – rispondeva lei –, sperando che lo avresti trovato". "Sei grande, grazie!". Lo scambio di messaggi tra le due donne risale allo scorso 27 maggio, giorno in cui Giulia è stata uccisa dal fidanzato.

"Sono stata più attenta di quel che crede", ha commentato Giulia. "Anche io – ha risposto l’altra –, pensa che noi siamo stupide”. Le "prove" raccolte dalla collega 23enne, con cui Impagnatiello aveva una storia da mesi, sono "mille", ha spiegato lei stessa a Giulia, mostrandole a un certo punto anche il falso test del Dna che il 30enne le aveva fatto vedere per farle credere di non essere il padre del bimbo di cui era incinta la ragazza. "Mai fatto test di paternità – ha commentato lei –, non ne ho bisogno".