Omicidio di Antonio Bellocco, imposti funerali privati per il rampollo di ‘ndrangheta ucciso da Beretta: “No all’ostentazione mafiosa”

La procura di Reggio Calabria ha vietato una celebrazione pubblica per evitare un’occasione “propizia per incontri tra affiliati”. La famiglia del capo ultrà, nel frattempo, è sotto sorveglianza per rischio di ritorsioni da parte della cosca

Antonio Bellocco e Andrea Beretta

Antonio Bellocco e Andrea Beretta

La questura di Reggio Calabria ha stabilito che si svolgeranno in forma strettamente privata i funerali di Antonio Bellocco, il trentaseienne ucciso a coltellate dal capo ultrà dell’Inter Andrea Beretta lo scorso 4 settembre a Cernusco sul Naviglio, in provincia di Milano. Bellocco, detto “Totò ‘u Nanu” è un noto esponente dell’omonima famiglia di ’ndrangheta originaria della Piana di Gioia Tauro ed è stato condannato in via definitiva a 9 anni di carcere per associazione mafiosa.

La magistratura calabrese, nel vietare le esequie pubbliche, ha voluto impedire che la cerimonia diventasse “l’occasione per l’ostentazione della forza della famiglia criminale ed essere, altresì, propizia per incontri tra affiliati, cementare alleanze o programmare iniziative illegali con conseguenti e potenziali turbative dell’ordine e della sicurezza pubblica”. La salma di Bellocco, restituita ai familiari di Bellocco dopo il nulla osta della Direzione distrettuale antimafia di Milano, verrà tumulata giovedì sera nel cimitero di San Ferdinando, il suo paese di origine.

L’omicidio di Bellocco

Bellocco è stato ucciso da Beretta con 21 coltellate davanti alla scuola di pugilato Testudo di Cernusco sul Naviglio. Dalle ricostruzioni degli inquirenti, sembra che il capo ultrà abbia infierito sul cadavere di quello che, di fatto, era un rivale della gestione criminale della Curva Nord dell’Inter. La faida tra i due, avrebbe riferito Beretta, sarebbe nato da uno scontro sulla divisione degli utili del negozio di merchandising di Pioltello, ma non si esclude che fosse più in generale legato all’indotto “nero” del Meazza.

Rischio di ritorsioni

A seguito del delitto e per prevenire una ritorsione violenta della famiglia Bellocco, la prefettura di Milano ha messo i membri della famiglia Beretta e l’indirizzo di casa sua sotto sorveglianza in quanto “obiettivi sensibili”. Si tratta di una forma di tutela limitata, consistente in una “vigilanza generica radiocontrollata” e sporadici pattugliamenti, perché – come riportato da Repubblica – nessuna minaccia di vendetta è giunta fino a questo momento alla famiglia del capo ultrà, attualmente detenuto nel carcere milanese di Opera.