La Corte d’Assise di Appello di Milano ha ridotto a 21 anni di carcere la condanna per il quarantaseienne Benedetto Marino condannato in primo grado all’ergastolo, accusato del concorso nell’omicidio dell’ex narcotrafficante Paolo “Dum dum“ Salvaggio, ucciso a colpi di pistola a Buccinasco l’11 ottobre 2021. Aveva 64 anni. Per gli inquirenti, Marino è stato il “palo“ e l’autista della Peugeot 3008, appartenente alla compagna, sulla quale scappò uno dei due killer. La riduzione è legata al mancato riconoscimento dell’aggravante della premeditazione. La sostituta pg Maria Saracino aveva chiesto una condanna a 24 anni e il riconoscimento delle circostanze attenuanti, visto il ruolo dell’imputato nell’episodio contestato. Anche se Salvaggio era ritenuto elemento di spicco della criminalità milanese, con relazioni con la cosca ‘ndranghetista dei Barbaro-Papalia e con il “clan dei catanesi“ legato al boss Angelo Epaminonda, non era stato individuato un movente "esecuzione".
"Andava assolto in assenza di prove, ma speriamo nella Cassazione o che almeno con il riconoscimento anche delle attenuanti generiche possa esserci un ulteriore sconto di pena" è il commento dei difensori, gli avvocati Davide Montani e Debora Squeo. "Attendiamo le motivazioni, tra 60 giorni, poi faremo il nostro appello" concludono. A contestare il verdetto, alcuni familiari dell’indagato che alla lettura del dispositivo hanno urlato "vergogna".
Marino si è sempre professato innocente, spiegando che quel giorno si trovava in zona per acquistare droga e che l’uomo salito a bordo della Peugeot 3008 che lui guidava era il suo pusher di fiducia (salvato come "Bello" sul telefono). Salvaggio, all’epoca ai domiciliari per scontare una condanna con fine pena 2031 e con una gravissima patologia che lo avrebbe stroncato di lì a pochi mesi, poteva uscire solo tra le 10 e le 12: i sicari, a bordo di uno scooter XMax con targa clonata, lo intercettarono fuori casa, mentre pedalava, e quello seduto dietro sparò quattro colpi calibro 7.65 con una semiautomatica. Tre andarono a segno tra torace, schiena e volto. I carabinieri tracciarono i movimenti del motorino (rubato 3 mesi prima in zona corso Como) fino in via San Giusto, dove fu ritrovato il 5 aprile 2022. A 90 metri da lì è stato trovato pure un guanto identico a quello del conducente; i Ris hanno rilevato una “particella peculiare dello sparo“ sulla superficie. Gli stessi filmati hanno permesso di individuare la Peugeot usata da uno dei sicari per allontanarsi. Secondo le accuse, al volante c’era Marino.
Red.Mi.