Omicidio Cologno, Sofia Castelli uccisa con almeno 5 coltellate. Disposto il carcere per Zakaria Atqaoui

La ricostruzione dovrà trovare riscontro nell’autopsia in programma domani, quando le ferite saranno confrontate con la lama insanguinata

Sofia Castelli e i fiori lasciati fuori dal condominio dove viveva a Cologno

Sofia Castelli e i fiori lasciati fuori dal condominio dove viveva a Cologno

Cologno Monzese (Milano) – Zakaria Atqaoui avrebbe colpito l'ex fidanzata Sofia Castelli con almeno cinque fendenti alla gola utilizzando un coltello da cucina preso dalla cucina.

E' quanto emerge dell'inchiesta per omicidio volontario aggravato dalla premeditazione della Procura di Monza e dei carabinieri della compagnia di Sesto San Giovanni. Intanto il gip di Monza Elena Sechi non ha convalidato il fermo della pm Emma Gambardalla, ma ha disposto la custodia cautelare in carcere per Zakaria Atqaoui, il 23enne reo confesso dell'omicidio dell'ex fidanzata.

Un riscontro al primo esame del corpo della ragazza uccisa in casa sua, all'alba di sabato a Cologno Monzese, arriverà dall'autopsia fissata per domani. Durante l'esame le ferite saranno confrontate con la lama insanguinata repertata e sequestrata dai militari dell'Arma della sezione investigazioni scientifiche del nucleo investigativo di Milano nella camera dove Sofia è stata aggredita nel sonno. Il coltello sarà poi inviato e analizzato dal Ris di Parma per le analisi del Dna.

Inoltre, venerdì sarà effettuata la copia forense del contenuto dei cellulari sia di Sofia sia di Aurora, la migliore amica della vittima. Dall'analisi delle conversazioni i carabinieri della compagnia di Sesto San Giovanni e la Procura di Monza vogliono ricostruire le ultime interazioni avute dalla ventenne con Atqaoui prima dell'agguato in cui, dopo essersi nascosto la notte nell'armadio, l'ha aggredita nel sonno con un coltello dalla cucina.

Non risulterebbero messaggi in cui il 23enne italo-marocchino, difeso dall'avvocato di fiducia Marie Louise Mozzarini, avrebbe fatto presagire in alcun modo intenti violenti nei confronti di Sofia. Il suo telefono non è stato invece ancora trovato: agli inquirenti avrebbe detto di averlo gettato in un cestino prima di fermare una pattuglia della Polizia locale e confessare l'omicidio.