
Andrea Beretta, a sinistra, e Vittorio Boiocchi: il primo in carcere, il secondo morto ammazzato
Milano, 11 aprile 2025 – Svolta nelle indagini sull'omicidio del capo ultrà dell'Inter Vittorio Boiocchi, ucciso a 69 ann, in un agguato armato il 29 ottobre 2022 fuori casa a Milano, nel quartiere di Figino, pochi minuti prima della partita di campionato Inter Sampdoria.

Gli arresti
La Squadra mobile di Milano, coordinata dal pm della Dda Paolo Storari, ha eseguito una misura di custodia cautelare in carcere per i presunti mandanti e autori materiali dell'omicidio. Sei gli arresti effettuati, tutti collegati al mondo ultrà interista. Tra loro c’è l'ex leader della Curva Nord nerazzurra Andrea Beretta, 49 anni, a lungo braccio destro della vittima, di cui avrebbe ordinato l’omicidio. Il movente è economico: spartire i profitti illeciti della della curva nord (biglietti, parcheggi, trasferte etc). Con lui sono finiti in carcere Marco Ferdico, ex portavoce della curva, il padre Gianfranco Ferdico, Cristian Ferrario, Pietro Andrea Simoncini - considerato vicino alla 'ndrangheta - e Daniel D'Alessandro. Secondo l'accusa, Simoncini e D'Alessandro sono gli esecutori materiali dell'agguato.

Il prezzo dell’esecuzione: 50mila euro
Le dichiarazioni rese da Beretta da quando è diventato collaboratore di giustizia, dopo l'arresto per l'omicidio di Antonio Bellocco, hanno avuto un ruolo nella risoluzione del caso. Parole riscontrate poi dalla Squadra mobile di Milano. "Fin dalle prime dichiarazioni – hanno detto gli inquirenti – con una certa sorpresa, ha affermato di essere il mandante''. Un omicidio - ''per 50mila euro'' corrisposto da Beretta in contanti - con un movente di ordine economico: ''Dividere i profitti illeciti eliminando il leader della Curva Nord''. Il “Berro” ha inoltre detto di aver commissionato l'omicidio per 50mila euro suddivisi tra i vari soggetti coinvolti". Cinquantamila euro in contanti, quindi, "per eliminare quello che era stato fino a quel momento il leader della curva Nord dell'Inter, per prendere il suo posto e dividere i profitti"
L’esecutore materiale
Un esecutore materiale dell'omicidio è stato catturato nella mattinata di venerdì in una città della Bulgaria vicino al Mar Nero: sarebbe stato lui, secondo le indagini degli investigatori della Omicidi della Squadra mobile guidati dal dirigente Alfonso Iadevaia e dal funzionario Domenico Balsamo, a esplodere i cinque colpi di pistola marca Luger 9×19 di fabbricazione ceca la sera del 29 ottobre 2022, due dei quali hanno ucciso Vittorio Boiocchi sotto casa in via Fratelli Ottemperanza. Stando a quanto ricostruito dagli accertamenti dei pm Stefano Ammendola e Paolo Storari, tutte le persone coinvolte nel raid omicida ruotano attorno al mondo ultrà nerazzurro. A ordinare l'agguato, avvenuto prima della partita Inter-Sampdoria, sarebbe stato appunto Andrea Beretta.

L’aggravante mafiosa
Il provvedimento, firmato dalla gip Daniela Cardamone, "con il quale è stata contestata agli indagati anche l'aggravante della modalità mafiosa, è stato emesso" dopo "una complessa indagine che ha svolto tra l'altro approfondite attività investigative, condotte dalla Squadra Mobile e dalla Sisco di Milano, nell'ultima fase dirette anche alla acquisizione di precisi riscontri alle dichiarazioni auto, ed etero accusatorie, rese dal collaboratore di giustizia Beretta Andrea". Nell'inchiesta, che aveva portato a un maxi blitz sulle curve di San Siro a fine settembre scorso svelando anche i business illeciti, era già emersa la vicinanza degli ultras interisti a contesti di 'ndrangheta, tanto che era stata contestata l'associazione per delinquere con l'aggravante mafiosa. Antonio Bellocco, ucciso da Beretta, era parte del direttivo della curva Nord con lo stesso Beretta e con Marco Ferdico, altro ultrà già in carcere, così come il padre Gianfranco.