Bollate (Milano), 8 agosto 2024 – Alla notizia della morte del loro amico è subito scattata una gara di solidarietà. Amici e conoscenti di Omar Bassi, il 23enne venuto a mancare la mattina del 5 agosto mentre si trovava coi genitori in vacanza in Calabria – la famiglia si è ora rivolta alla Procura di Busto Arsizio perché indaghi su un possibile nesso di causalità fra il malore fatale e i pugni che il ragazzo, a detta della famiglia e secondo quanto riportato nella denuncia, avrebbe preso dagli uomini della sicurezza della discoteca di Origgio 15 giorni prima durante una festa – hanno organizzato una raccolta fondi sulla piattaforma “Gofundme” che ha già raggiunto in pochi giorni la cifra di tremila euro, certamente destinata ancora a crescere nei giorni a venire. A organizzarla, un amico del giovane, Emanuel Medici. “Un ragazzo di 23 anni è stato picchiato brutalmente fuori da una discoteca da più di cinque buttafuori _ scrive Emanuel su “Gofundme” –. senza motivo e in modo continuativo”. Omar era come un fratello per Emanuel. “Siamo cresciuti insieme! Vi chiedo di donare quanto vi sentite se avete un cuore per i suoi poveri genitori e le persone care a lui giustizia per Omy! Vi prego di fare un piccolo gesto. Grazie…”.
"Un ragazzo con tanta voglia di vivere”
Fra le prime reazioni di choc e commozione, quella di un altro caro amico: “Una notizia sconcertante – scrive Mario Quagliana –. Omar era un bel ragazzo con le sue passioni e tanta voglia di vivere Il dolore di questa mancanza ci lascia tutti senza fiato”.
Un’inchiesta della Procura di Busto Arsizio dovrà ora fare chiarezza su quanto è accaduto quella sera in discoteca e sulle eventuali responsabilità dei medici dell’ospedale di Garbagnate. Secondo quanto denunciato dai genitori, Omar e il fratello sarebbero rimasti coinvolti in una rissa con i buttafuori della discoteca. Volano pugni, che raggiungono Omar alla testa.
"Mio cugino è stato massacrato...”
È la cugina Michelle a descrivere quel che succede nel locale: “Omar viene massacrato da cinque buttafuori”. Viene prima portato al Sacco di Milano, ma decide di tornarsene a casa per l’attesa troppo lunga in pronto soccorso. Due giorni dopo, ancora dolorante, si rivolge all’ospedale di Garbagnate Milanese. I medici, dalle prime informazioni, gli praticano una Tac, invitandolo a tornare nel caso la situazione fosse peggiorata. Omar e la famiglia, rassicurati, decidono di partire per le vacanze in Calabria. Il 5 agosto il tragico, inaspettato, epilogo. Il ragazzo si sta facendo la doccia quando è colpito da una fitta improvvisa alla testa. Cade a terra. Poi il volo in elicottero fino all’ospedale di Reggio Calabria dove i medici fanno l’impossibile per salvarlo. Gli fanno una Tac. Ma è tutto inutile. Omar non ce la fa. “Decesso per morte cerebrale”, verrà riportato nella cartella clinica. Ora la famiglia ha sete di giustizia: “Vogliamo capire se ci sono state negligenze, se nostro figlio poteva essere salvato”.