Occupazione al Severi-Correnti finita con 70mila euro di danni. Maxi sospensione e rischio bocciatura per sei studenti

Milano, il Consiglio d’istituto li ha sanzionati per "mancata percezione della gravità" e "mancato allarme". I genitori arrabbiati: pagano loro per tutti, dov’è il fine educativo?

Milano – Due mesi dopo l’occupazione dell’istituto Severi-Correnti di Milano (che si era chiusa con 70mila euro di danni quantificati dalla scuola) arrivano le sanzioni più pesanti: per sei studenti il Consiglio d’istituto ha stabilito una sospensione dai 15 ai 18 giorni, commutata in lavori socialmente utili da svolgere per metà a scuola e per l’altra metà in un’associazione di volontariato. Per chi ne “sconta” dai 16 in su l’incognita: può essere infatti una delle condizioni per chiedere il 5 in condotta o la bocciatura, indipendentemente dal rendimento scolastico, ma lo si saprà solo a giugno, non scatta automaticamente. Altri tre studenti avrebbero nel frattempo abbandonato gli studi. Un’ottantina in tutto i casi valutati: molte le posizioni archiviate, per alcuni è stata chiesta una sospensione inferiore ai 15 giorni - convertita in ore di volontariato - altri hanno ricevuto richiami e compiti di educazione civica.

La situazione all'interno dell'Istituto Severi Correnti dopo l'occupazione (Foto Salmoirago)
La situazione all'interno dell'Istituto Severi Correnti dopo l'occupazione (Foto Salmoirago)

I sei ragazzi per i quali la scuola ha valutato la sanzione più grave non sono accusati di danneggiamento: non è stato identificato ancora chi ha vandalizzato i locali. Nel documento arrivato alle loro famiglie, si legge che avrebbero partecipato più attivamente all’occupazione cominciata il 30 gennaio e che sono accusati di "mancata percezione della gravità" e "mancato allarme" per non avere avvisato della presenza di esterni e degli estintori svuotati, mettendo a rischio l’incolumità dei compagni.

Nell’incipit della sentenza, oltre alla conta dei giorni, si legge la "finalità educativa". Le famiglie stanno valutando se presentare ricorso. "Nessuno di noi vuole giustificare o sminuire quanto successo – la premessa di una mamma – resta la delusione per come è stato gestito il percorso. I ragazzi sono stati individuati sulla base di segnalazioni di altri, che hanno indicato in quali giorni li hanno visti. Sono stati tenuti sulla graticola due mesi e l’ultimo gruppetto lo resterà altri due, con la minaccia della bocciatura. Non capiamo il fine educativo".

"I capi d’accusa sono cambiati in corso d’opera – continua un papà – dai danni alla partecipazione all’occupazione, all’avere messo in pericolo i compagni per la presenza della polverina degli estintori". La conta dei giorni di sospensione sarebbe stata calcolata "sulla base di aggravanti, come il numero di testimonianze a loro carico, o di attenuanti, come l’avere risposto a tutte le domande". "Giusto che si prendano le loro responsabilità, ma non che un piccolo gruppo paghi per tutti perché non si sono trovati i colpevoli e perché il ministro Valditara ha chiesto pene esemplari e bocciature. C’è chi sta andando dallo psicologo", dice un’altra mamma.

Intanto, sul fronte giudiziario, Leonardo Lesti, il pm che coordina l’inchiesta sui danni, sta procedendo con la raccolta di informazioni. La relazione della scuola, con i provvedimenti disciplinari presi, confluirà nel fascicolo ancora a carico di ignoti.

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