
Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio
Milano, 3 maggio 2025 – Nell’ottobre 2024 il Csm ha assolto i tre giudici di Milano accusati dal ministro della Giustizia Carlo Nordio per la fuga di Artem Uss, avendo concesso i domiciliari all’imprenditore russo. Ora arrivano le motivazioni di quell’assoluzione e non sono generose col ministro: “Stride con la coerenza del sistema il dato per cui" Nordio, invece di chiedere “l'aggravamento della misura cautelare" o impugnare "per abnormità" il provvedimento con cui la Corte d'Appello di Milano nel novembre 2022 aveva scarcerato e disposto gli arresti domiciliari con braccialetto per Artem Uss, ha agito "in via disciplinare" nei confronti dei giudici "sulla base della relazione dell'Ispettorato Generale". Lo scrive il Csm nelle motivazioni della sentenza con cui sono stati assolti, escludendo qualsiasi addebito, i tre componenti del collegio.

Secondo i colleghi della sezione disciplinare dell’organo di autogoverno, i magistrati che concessero i domiciliari all’imprenditore russo che doveva essere estradato negli Stati Uniti, con braccialetto elettronico, in una villa nel Sud Milano non hanno commesso alcun illecito, indipendentemente dalla valutazione che si può esprimere su quella decisione alla luce del fatto che il figlio di un oligarca vicinissimo a Putin arrestato nell’ottobre 2022 all’aeroporto di Malpensa su mandato degli Stati Uniti che lo accusano di associazione a delinquere, truffa e riciclaggio (ma è anche sospettato di spionaggio) e ne avevano chiesto l’estradizione, è riuscito a eludere le misure cautelari e tornare a Mosca.
La sezione disciplinare del Consiglio superiore della magistratura ha così accolto la richiesta della Procura generale della Cassazione, che voleva l’assoluzione dei tre magistrati per i quali Nordio, con una mossa inedita e molto criticata, aveva chiesto l’intervento del Csm. Per Stefano Caramellino, Monica Fagnoni e Micaela Serena Curami - i primi due attualmente giudici della Corte d’appello del capoluogo lombardo e la terza in Cassazione - sono quindi stati "esclusi gli addebiti", una formula che coincide nel diritto penale con l’assoluzione per non aver commesso il fatto. Secondo il ministro, che promosse l’azione disciplinare, avanzando anche in una lettera la richiesta di indagini al procuratore generale della Corte di Cassazione, i giudici d’appello avrebbero preso quella decisione senza prendere in considerazione alcune circostanze contrarie ai domiciliari, indicate nel parere della Procura generale di Milano. Tanti sarebbero stati secondo il titolare del dicastero di Via Arenula i fattori di cui bisognava tenere conto, come la nota del dipartimento di Giustizia degli Usa in cui si chiedeva la custodia cautelare in carcere. O ancora gli "appoggi internazionali" di cui godeva Uss e la nota dell’Interpol che segnalava i suoi "rilevanti interessi economici".
Ma la Procura generale della Cassazione, contrariamente alle istanze del ministero, aveva escluso che da parte dei giudici ci fosse stato un errore macroscopico o una grave negligenza. E il Csm ha chiuso la vicenda scagionando definitivamente i colleghi della V sezione penale della Corte d’appello di Milano che due anni fa, quando Uss era in carcere a Busto Arsizio, nel dare l’ok all’estradizione negli Stati Uniti concessero all’imprenditore russo gli arresti domiciliari nella sua villa a Basiglio. E lui, con l’aiuto di un commando, fuggì il 22 marzo 2023 dopo aver distrutto il braccialetto di sorveglianza.