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Il testimone sulla fuga di Uss: "Ci sono stati 120 falsi allarmi"

Sarebbero stati circa 120 i "falsi allarmi" partiti dal braccialetto elettronico di Artem Uss, quando si trovava agli arresti...

Sarebbero stati circa 120 i "falsi allarmi" partiti dal braccialetto elettronico di Artem Uss, quando si trovava agli arresti domiciliari a Basiglio, prima dell’evasione del 22 marzo del 2023. Ne ha parlato un carabiniere sentito come testimone nel processo a carico di Dmitry Chirakadze, aristocratico russo con legami con funzionari e oligarchi di Mosca che, secondo l’accusa, sarebbe stato il "coordinatore" del piano di fuga dell’imprenditore che doveva essere estradato negli Stati Uniti.

La "frequenza così assidua di allarmi", ritenuti "falsi" in quanto "ad ogni controllo Uss era sempre in casa" e imputabili a un problema di segnale, aveva portato a richiedere un intervento da parte di Fastweb, società incaricata della gestione dei sistemi di sorveglianza elettronica. Un altro operante chiamato a rispondere alle domande del pm Giovanni Tarzia e dei difensori ha parlato di "un centinaio" di allarmi nei quattro mesi di arresti domiciliari, di cui due causati da "mancata alimentazione".

Tra il 2 dicembre 2022 e il giorno dell’evasione, ne sarebbero scattati "in media due al giorno" e "tra il 20 e il 21 febbraio si registra un’impennata. In quelle giornate erano stati circa una decina al giorno. Questo dato - ha detto - noi lo abbiamo messo in relazione ai sopralluoghi eseguiti il 16, il 17 e il 20 febbraio per definire la fuga".