MASSIMILIANO SAGGESE
Cronaca

“Non è solo un divieto”: il pericolo invisibile dei canali lombardi che pochi conoscono davvero

Cartelli tradotti in diverse lingue: l’iniziativa del Comune per cercare di evitare il ripetersi di eventi tragici. L’ultimo episodio accaduto solo pochi giorni fa a Garbagnate, un diciottenne è annegato nel Villoresi

Assago, cartello di divieto di balneazione scritto in diverse lingue lungo il naviglio pavese - 22 luglio 2025 - foto Spf/Ansa

Assago, cartello di divieto di balneazione scritto in diverse lingue lungo il naviglio pavese - 22 luglio 2025 - foto Spf/Ansa

ASSAGO – Cartelli in più lingue per prevenire tragedie. Il Comune di Assago ha deciso di intervenire in anticipo, prima che le acque del Naviglio Pavese – che attraversa il territorio – facciano registrare episodi drammatici. Nei giorni scorsi sono stati installati numerosi avvisi multilingue per informare cittadini e turisti che le acque del Naviglio non sono balneabili.

“L’obiettivo di questo intervento è prevenire incidenti e garantire maggiore sicurezza a chi vive o soggiorna ad Assago – spiega il sindaco Graziano Musella –. Con cartelli tradotti in lingue diverse intendiamo avvisare tutti coloro che utilizzano in modo improprio il Naviglio Pavese: le sue acque non sono balneabili perché estremamente pericolose”. Che i bacini artificiali non siano idonei alla balneazione non è una novità: lo ribadiscono da anni sia Regione Lombardia, sia il Consorzio Est Ticino Villoresi, che gestisce i canali leonardeschi della zona. Tuttavia, queste raccomandazioni troppo spesso vengono ignorate, soprattutto nei periodi di caldo estremo. Quando le temperature si impennano e la città si svuota, in molti cercano refrigerio nei canali, nelle rogge, nelle cave (numerose nella zona a cavallo tra Basiglio e Zibido), nei corsi d’acqua artificiali della provincia milanese.

Progettati per scopi irrigui o per la navigazione e il trasporto merci, questi canali non sono adatti al bagno: correnti improvvise, mulinelli, gorghi e sponde scivolose o verticali rendono infatti difficoltosa, se non impossibile, la risalita una volta immersi. “Nonostante questo – osserva ancora il sindaco – i canali vengono spesso usati come piscine improvvisate, con il rischio di trasformarsi in trappole mortali”. I nuovi cartelli sono stati installati lungo tutto il tratto assaghese del Naviglio Pavese, dalla Cascina Venina fino a MilanoFiori, e riportano il divieto di balneazione e tuffi in diverse lingue: italiano, inglese, francese, arabo e bengalese, per raggiungere un pubblico il più possibile eterogeneo.

“Dovrebbe essere risaputo, ma purtroppo non lo è”, conclude il primo cittadino. E i fatti, purtroppo, confermano le sue parole: le cronache riportano ogni anno episodi di annegamento. L’ultimo è avvenuto pochi giorni fa a Garbagnate dove un ragazzo di 18 anni si è tuffato nel Villoresi insieme a un gruppo di amici, senza mai più riemergere.