REDAZIONE MILANO

Nave da crociera rimase due giorni in avaria, passeggeri risarciti

La sentenza del Tribunale di Milano

Alcuni dei 627 passeggeri a bordo della nave colpita dall’avaria

Milano, 16 luglio 2018 - Crociera da incubo, risarciti dal tribunale. Con il rimborso del biglietto e in più con 5mila euro per le scuse. Sullo sfondo, le Seychelles. È vero che l’incendio che danneggiò il locale dei generatori elettrici della nave da crociera era imprevedibile. Ma l’avaria del generatore d’emergenza - ha stabilito il giudice - fu solo colpa della cattiva manutenzione. E così Costa Crociere dovrà ripagare tutte le spese di viaggio e in più cinquemila euro a testa a due passeggeri che nel 2012 si trovavano sulla Costa Allegra, che rimase due giorni alla deriva nell’oceano Indiano vicino alle Seychelles. Lo ha stabilito una sentenza di primo grado della undicesima sezione civile del tribunale. "È un rimborso dei danni da vacanza rovinata", commenta soddisfatto in una nota il Codacons, che ha promosso la causa dei due passeggeri e che attende dal tribunale di Genova una sentenza anche sul drammatico caso della Costa Concordia. Per il giudice milanese, nel caso della Costa Allegra non si può parlare di disagi dovuti a cause di forza maggiore perché, secondo le conclusioni della Commissione d’inchiesta della direzione marittima di Genova, è vero che "l’incendio nel locale generatori elettrici ebbe a innescarsi per la rottura di una flangia di adduzione di olio combustibile".

Ma è anche vero che poi "la seguente avaria del generatore diesel di emergenza ebbe a verificarsi in ragione di una negligente gestione della manutenzione a lungo termine delle parti costituenti il generatore». Così i disagi subiti dai passeggeri in vacanza, a seguito dei problemi tecnici della nave, andarono "ben oltre la soglia di normale o minima tollerabilità, essendo rimasti (gli ospiti, ndr) per due giorni al largo dell’Oceano Indiano senza elettricità e avendo dovuto condividere con tutti gli altri passeggeri due soli bagni, improvvisati alla bisogna nelle docce, oltre alla scarsità di cibo e al comprensibile stress dovuto alla situazione". Concluso l’intermezzo di paura (le fiamme uscite dalla pancia della nave non furono certo uno spettacolo rassicurante) i 627 imbarcati vennero alla fine fatti scendere al porto di Mahé. Ma dopo la brutta avventura, metà dei viaggiatori preferì rientrare subito a casa. L’altra metà, invece, si consolò con le meraviglie delle Seychelles.