ANDREA GIANNI
Cronaca

Milano, Natale nella ditta salvata: “Da operai a imprenditori”

Sima Gru di Bussero, “Workers buyout” in crescita, ma pochi casi in Lombardia: potenziale inespresso

Pasquale Mormile e Tudor Tomozei hanno preso le redini dell’azienda in crisi

Pasquale Mormile e Tudor Tomozei hanno preso le redini dell’azienda in crisi

Non si sono arresi alla crisi e, da dipendenti, si sono trasformati in imprenditori. Quella della Sima Gru di Bussero è una storia di coraggio, che affonda le radici nel 2013 e guarda al nuovo anno con la speranza nel futuro, per portare avanti una "piccola avventura". È una delle imprese lombarde rigenerate dai lavoratori, con un modello che sta salvando posti di lavoro e attività produttive in crisi. Nel capannone nella zona industriale di Bussero, in via Bologna, vengono prodotte componenti per macchine di sollevamento e trasporto.

La Sima Gru Scrl, aderente a Confcooperative, è stata fondata nel 2013 da tre ex dipendenti della Siag Omc Srl, multinazionale arrivata alla fine della corsa. "Tutti i dipendenti erano stati messi in cassa integrazione – racconta il vicepresidente della Sima Gru, Tudor Tomozei – noi abbiamo deciso di rischiare, abbiamo affittato un ramo d’azienda e abbiamo portato avanti la produzione nel settore siderurgico e portuale, trasformandoci in imprenditori. La vecchia società era come una famiglia per noi, non volevamo lasciar morire quella esperienza". Una scelta sofferta e una strada difficile. L’azienda, dopo tante difficoltà, ha raggiunto un suo equilibrio finanziario e un bouquet di collaborazioni con colossi come Danieli e Leitner.

«Alla Siag lavoravano anche mio padre e mio zio – spiega Pasquale Mormile, presidente del Cda della Sima Gru – entrambi da tempo in pensione. Le nostre famiglie erano contente ma anche preoccupate, perché non avevamo alcuna esperienza come imprenditori. Adesso siamo orgogliosi per i risultati raggiunti". Un caso di successo grazie al modello cooperativo. Ma le imprese rigenerate dai lavoratori in Lombardia sono ancora poche. Dietro i workers buyout c’è anche l’azione di realtà come Cooperazione Finanza Impresa (Cfi), società nata nel 1986 con l’entrata in vigore della legge Marcora e partecipata dal ministero delle Imprese e del Made in Italy, che ha lo scopo di promuovere e finanziare queste azioni di salvataggio “dal basso“ non solo in situazioni di crisi ma anche di passaggi generazionali che lasciano ditte floride senza una guida. "Abbiamo sostenuto 95 workers buyout – spiega Mauro Frangi, presidente Cfi – e di questi solo sei sono localizzati in Lombardia. C’è un enorme potenziale inespresso".