ANNAMARIA LAZZARI
Cronaca

Quando il paradiso dei libri rari è sotto terra

Lo studio bibliografico "Il muro di Tessa". Qui si possono passare ore a caccia di libri esauriti ed edizioni introvabili

Giovanni Biancardi, filologo e collezionista (NewPress)

Milano, 9 gennaio 2018 - Visto da fuori  sembra un seminterrato anonimo. Invece in viale Cassala 39 c’è l’indirizzo segreto per i bibliofili. Un magazzino enorme che scorre sotto il manto stradale, dove gli amanti dell’universo di carta, previo appuntamento telefonico, possono trascorrere le ore, scovando il libro che cercano fra oltre 60mila titoli «esauriti e non in commercio» specifica Giovanni Biancardi, filologo e collezionista, 57 anni. Con due soci, Massimo Smedile e Luca Belloni, ha dato vita nel 2004 allo studio bibliografico “Il Muro di Tessa”. Alcuni conosceranno l’elegante libreria antiquaria con lo stesso nome di via Tadino. A Romolo ha sede la versione, un po’ caotica, per il modernariato, con prezzi a partire da 10 euro. Accanto ai volumi riposti in ordine nei ripiani se ne trovano centinaia di altri sparsi un po’ ovunque, fino a formare colonne di libri…

Se le copie sono fuori commercio come fate a reperirle?

«I canali sono diversi. Uno dei principali è la scomparsa, ahimè, di collezionisti. L’ultimo nostro ritiro risale a qualche settimana fa, con l’acquisto di 8.500 volumi di un veneziano venuto a mancare. Gli eredi non sapevano cosa farsene e noi, pronti come falchetti, siamo andati a recuperarli. E poi giriamo i mercatini hobbistici, dove ci sono gli oggetti recuperati dagli sgomberi delle case. A Milano frequentiamo abitualmente il Borsino in Cordusio».

Chi sono i vostri clienti?

«I collezionisti, ovviamente. Anche veri e propri maniaci che i libri neanche li leggono per non deturparli. Una fetta della nostra clientela è formata da studiosi a cui interessa solo il contenuto di titoli fuori catalogo. Ci sono libri, usciti cinque anni fa, che sono già irreperibili e i lettori di quell’autore si rivolgono a noi».

Chi sono i collezionisti?

«Generalmente uomini, sopra i 60. Ma ci sono anche giovani che sono, per un certo verso, i clienti migliori perché devono iniziare a costruire la loro collezione. Il cliente più avanti con l’età possiede quasi tutto...».

Quali sono le tendenze più recenti?

«Più che il libro antico va molto il libro illustrato, quello che ha pregi tipografici o si contraddistingue per una grafica creativa. Va sempre forte il futurismo. In catalogo abbiamo “L’isola dei baci” di Marinetti e Corra del 1918, a 280 euro. E poi ci sono i libri “mito”. Come la prima edizione Feltrinelli de “Il Gattopardo” di Tomasi di Lampedusa. Una copia smagliante arriva a costare 1.500 euro».

Vendete anche online?

«Su Amazon e due portali specializzati, Abebooks e Maremagnum. Non sono un apocalittico. Se quando fu inventata la carta ci si fosse fatti prendere dalla nostalgia, si sarebbe rimpianta la pergamena… Aggiungo che sono favorevole alla digitalizzazione dei contenuti. Così certi libracci che adesso occupano spazio nelle nostre librerie viaggeranno liberi nell’etere. Un libro, con cui si ha un intenso rapporto “fisico”, deve rimanere stampato se se lo merita. Per contenuto, per la bellezza dell’oggetto in sé o perché è necessario il supporto fisico per la sua fruizione».