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Arte e cronaca, murale con Sala muratore in una nicchia della facciata della Galleria d’Arte Moderna

Si tratta della nuova opera pop dell'artista aleXsandro Palombo, intitolato "Milano murata"

Arte e cronaca, murale con Sala muratore in una nicchia della facciata della Galleria d’Arte Moderna

Milano,  22 luglio 2025 – Non poteva mancare a rimarcare la cronaca ed è comparso sulla facciata della Galleria d'Arte Moderna. Si tratta del nuovo murale pop dell'artista aleXsandro Palombo, intitolato "Milano murata".

L'opera di Palombo ritrae il sindaco Beppe Sala con abiti da muratore d'epoca, intento a murarsi da solo all'interno di una finta finestra. Nella mano destra tiene una spatola; nella sinistra, una mattonella verde con inciso il simbolo del dollaro. I mattoni lo coprono già fino al petto.

L'artista sfrutta una vera nicchia murata della facciata della Galleria d’Arte Moderna di Milano,per creare un'illusione ottica ad alto impatto, intrecciando architettura, arte pubblica e spazio urbano.

Il murale pop di aleXsandro Palombo
Il murale pop di aleXsandro Palombo

La scelta del luogo non è causale: all'interno dello stesso museo è custodito Il Quarto Stato di Giuseppe Pellizza da Volpedo, capolavoro che celebra la dignità del lavoro e la forza collettiva dei ceti popolari.

Il murale, secondo l’artista. vuol essere una sorta di dialogo silenzioso ma potente con quell'icona storica. Due immagini separate da pochi metri: da un lato un corteo che guarda avanti, dall'altro un uomo solo che si chiude. Due visioni, due epoche, due significati.

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"Se Il Quarto Stato evocava apertura e partecipazione – spiega l’artista –  Milano murata racconta l'isolamento di un potere che si cementifica nel proprio sistema. È il ritratto simbolico di un'élite urbano-manageriale che ha ridisegnato la città seguendo logiche di verticalizzazione, rendita e cementificazione, spesso in contrasto con gli interessi dei residenti storici e delle fasce sociali più fragili. Ne risulta una città segnata da nuove disuguaglianze, polemiche e interrogativi. L'opera invita lo spettatore e la città a interrogarsi su potere, responsabilità e futuro urbano".