
Paolo Sassi, presidente associazione commercianti Rainbow District Porta Venezia
«Il danno per i locali colpiti dell’ordinanza restrittiva è commerciale e d’immagine. Rispetteremo le regole ma, come associazione, non escludiamo l’ipotesi di adire le vie legali contro il Comune". A dirlo è un arrabbiato Paolo Sassi, presidente dell’associazione Commercianti Porta Venezia Milano Rainbow District, che rappresenta una trentina di attività della zona, soprattutto pubblici esercizi. A Sassi non va giù il provvedimento che stabilisce lo stop ai dehors dalla mezzanotte in poi, nei giorni feriali, e dalla 1,30 in avanti nel fine settimana, oltre che il divieto di asporto negli stessi orari. Nella notte fra sabato e domenica c’era anche lui a dare una mano ai dipendenti a “sigillare“ – letteralmente, con un nastro – il dehors di Leccomilano, uno dei locali della zona di cui è titolare, assieme a Memà Cafè e una champagneria, con un totale di 35 dipendenti.
«È bastato chiudere il plateatico di via Lecco alla 1.30 perché si allontanassero le 50 persone che lo affollavano. Dentro al cocktail bar sono rimasti in 5. Il pubblico pensa che tu stia chiudendo. Ai locali piccoli provvisti esclusivamente di soli tavoli esterni va pure peggio: sono davvero costretti a chiudere prima" dice Sassi che ha 40 anni ed è originario della provincia di Palermo. La prima bozza dell’ordinanza, però, prevedeva la chiusura a mezzanotte dei plateatici tutti i giorni della settimana. Non siete soddisfatti della linea più morbida? "No, non basta. Capisco che il provvedimento sia una mossa da parte dell’Amministrazione nella causa civile in corso (avviata dal Comitato di residenti del Lazzaretto ndr ) per evitare di sborsare un euro per il risarcimento danni. Il fatto però è che la misura non funziona contro il rumore: gli avventori delle zone nel mirino dell’ordinanza rimangono in strada.
Le nuove regole non fanno nulla contro il degrado e per la sicurezza. Avanzano poi la pretesa assurda di modificare a suon di burocrazia gli orari di uscita degli avventori che è attorno alle 23. Io credo che il sindaco stia riportando indietro Milano di 20 anni, quando era una città considerata buia, grigia, senza visione". Qual è allora la vostra proposta? "Dovrebbero trasformare alcune vie di Porta Venezia in un’isola pedonale, come Paolo Sarpi, e imporre con un’ordinanza la chiusura di tutti i locali alle 2 di notte, come da protocollo di autoregolamentazione che tutti i nostri associati hanno seguito per anni. Ora però non più: alla luce delle nuove regole, lasciamo ai locali del Rainbow District la possibilità di proseguire fino alle 3 di notte per recuperare un po’ di cassetto. Se non fatturiamo, infatti, falliamo. E a trovarsi a spasso con noi sarebbero centinaia di dipendenti del distretto".