
Dal phishing al furto di identità i criminali informatici affinano continuamente le loro tecniche per ingannare le vittime e rubare dati personali e finanziari
Le truffe online rappresentano una delle minacce più insidiose del nostro tempo, alimentata dall’uso crescente di internet e dei dispositivi digitali. Ogni giorno milioni di utenti navigano sul web per fare acquisti, comunicare o gestire operazioni finanziarie, esponendosi inconsapevolmente al rischio di frodi informatiche. Dal phishing al furto di identità i criminali informatici affinano continuamente le loro tecniche per ingannare le vittime e rubare dati personali e finanziari.
Già nei mesi scorsi alcune importanti banche e anche diverse associazioni di tutela dei diritti dei consumatori avevano lanciato l’allarme su una nuova minaccia che si cela dietro i QR code: il "quishing". Questo termine è una fusione tra "QR code" e "phishing", e descrive una nuova forma di frode online che mira a sottrarre dati personali e finanziari agli utenti, sfruttando i codici QR. Questi codici a barre bidimensionali, spesso utilizzati per un rapido accesso a link e informazioni, possono diventare strumenti di truffa quando, inquadrandoli con lo smartphone, si viene indirizzati a siti internet ingannevoli.
Su queste pagine, le vittime vengono invitate a inserire informazioni personali o bancarie, oppure a scaricare file che in realtà contengono virus. Per questo motivo è essenziale mantenere alta l’attenzione e adottare misure preventive che permettano di proteggere i propri dati e garantire la sicurezza online. In particolare, per prevenire il "quishing", l’associazione Codici consiglia di controllare l’autenticità dei QR code prima di procedere alla scansione, specialmente quando si tratta di codici posizionati in luoghi pubblici o ricevuti via email e di utilizzare sempre strumenti di sicurezza come antivirus e firewall. Tutte queste precauzioni vanno affiancate alla regola d’oro per difendersi dalle truffe: non condividere mai informazioni personali o finanziarie.
Ruben Rezzante è docente di Diritto dell’informazione all’Università Cattolica di Milano