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Morto per il cedimento del ponte, manutenzione sotto accusa

Milano, il quarantenne precipitato per la rottura del parapetto: attesa l’autopsia. I pm cercano di capire a chi spetti la gestione della struttura

I rilievi della polizia locale sul ponte in metallo

Milano - Un groviglio di competenze. Il Comune di Milano, ma anche le figure che si occupano della gestione del parco della Martesana. La tragica morte di Andrea Elifani, quarant’anni, precipitato per tre metri per il cedimento della balaustra di un ponte sul Naviglio, la sera del 2 aprile è diventata un’inchiesta, coordinata dal pm di Milano Isabelle Samek Lodovici, che attende per lunedì l’esito dell’autopsia sul corpo dell’uomo che era caduto dall’altezza di tre metri. Gli inquirenti stanno valutando ora eventuali responsabilità riguardo alla manutenzione del ponte in metallo. Già dopo i primi accertamenti degli investigatori della Polizia locale e dei tecnici dei vigili del fuoco era emerso che la tragedia si sarebbe verificata per le condizioni precarie di una parte della struttura in ferro, conosciuto anche come “El pont de pan fiss“ (il ponte del pane fisso), chiamato così perché in quella zona, un tempo, la fabbrica di candele Bonomi garantiva il "posto sicuro" ai lavoratori.

Il 40enne , dopo essere caduto sbattendo la testa sul pavimento di pietra all’estremità esterna del ponte, era stato trasportato subito in ospedale ma era morto poco dopo essere stato soccorso. Andrea sarebbe diventato papà ad agosto. Gli amici del paese d’origine dei genitori, Minervino Murge, in Puglia, hanno promosso una racolta di fondi sulla piattaforma www.gofundme.com. Fin qui sono arrivate trecento donazioni per un totale di 17mila euro: soldi che andranno alla famiglia, alla compagna e alla bimba che nascerà.