ANDREA GIANNI
Cronaca

Omicidio all’ex macello di viale Molise. Imputato assolto, ma la Procura fa appello: “Fu omicidio volontario aggravato”

A novembre 2021 un 28enne morì qualche giorno dopo essere stato ferito. Per la difesa Mamadou Tandia ha colpito per difendersi. Per il pm che ha fatto ricorso non è così

Un’operazione della polizia per sgomberare l’ex macello di Milano

Milano – Ha trascorso più di un anno in carcere, poi è stato liberato. Il processo di primo grado si è concluso con l’assoluzione di Mamadou Tandia, perché secondo la Corte d’Assise di Milano ha ucciso il marocchino Mouhmed Elannoni per legittima difesa, reagendo a un’aggressione. Sul controverso caso giudiziario, però, non è ancora scritta la parola fine. La Procura di Milano, infatti, ha impugnato la sentenza presentando ricorso in appello sostenendo una opposta lettura dello stesso fatto: non fu legittima difesa, secondo i pm, ma un omicidio volontario, aggravato dai futili motivi.

Un atto che potrebbe cambiare nuovamente le carte in tavola, portando il caso davanti alla Corte d’Assise d’Appello, che dovrà decidere se confermare l’assoluzione o condannare il 28enne originario del Mali. "Non possiamo fare altro che confidare nei giudici – spiega l’avvocato Angelo Riccobene, che difende l’uomo insieme all’avvocato Ruggero Dicandia –. Tandia rischia una pesante condanna solo per essersi difeso da un’aggressione. È regolare in Italia, ha un lavoro fisso e la sua vita è appesa al processo d’appello".

Fatti che risalgono alla sera del 29 ottobre 2021, all’interno dell’ex macello abbandonato di viale Molise che di recente è stato utilizzato anche come spazio per gli eventi del Fuorisalone. Elannoni, 28 anni, fu colpito alla testa con un oggetto contundente e morì in ospedale il 12 novembre. Chi lo ha ucciso? Le indagini della polizia portarono inizialmente all’arresto, con l’accusa di omicidio, di un ivoriano di 30 anni noto come “Caporal".

Dopo quattro mesi, il colpo di scena. Intercettazioni telefoniche e analisi dei reperti hanno orientato le indagini coordinate dal pm Bianca Baj Macario su Tandia, presente quando scoppiò la colluttazione, che finì quindi in carcere al posto dell’ivoriano. I suoi difensori hanno sempre sostenuto la tesi della legittima difesa: il ragazzo fu aggredito da un gruppo di nordafricani e riuscì a respingere l’assalto, colpendo alla testa uno dei suoi aggressori. "Dalla perizia – spiega l’avvocato Riccobene – è stato confermato che Elannoni è stato colpito frontalmente, con una dinamica compatibile con un atto di legittima difesa". Restano i dubbi sollevati dalla Procura, nel ricorso che ribadisce la tesi dell’omicidio volontario già sostenuta nel processo di primo grado. Il 12 dicembre, data del processo d’appello, si scriverà quindi un nuovo capitolo nell’intricato caso giudiziario.