di Roberta Rampini
"Mio padre di 83 anni aspetta di essere contattato per il vaccino anti Covid dal 18 febbraio, cominciava a perdere la speranza e, quando abbiamo letto che dal 7 aprile chi non era ancora stato chiamato poteva vaccinarsi andando al centro vaccinale più vicino, noi ci siamo presentati all’ospedale di Passirana. Ma dopo una vivace discussione hanno preso i suoi dati e ci hanno rimandato a casa dicendo che lo avrebbero contattato nei prossimi giorni. Ma chi ci governa in Lombardia non si vergogna a prendere in giro le persone anziane in questo modo?".
È il racconto della figlia di un over 80enne di Rho. Sono stati 70 gli anziani ultraottantenni che, senza prenotazione, si sono presentati in uno dei tre centri vaccinali dell’Asst Rhodense (Passirana di Rho, Pot di Bollate e Paderno Dugnano), sperando di poter ricevere la prima dose del vaccino ma sono stati rimandati a casa. Molti di più invece quelli che hanno telefonato chiedendo spiegazioni e sperando di poter prenotare in modo autonomo dopo settimane di attesa. Ma anche per loro non è stato possibile. "Gli infermieri hanno preso nota dei nomi e numeri di telefono e tutti saranno convocati in tempi brevi – spiega Daniela Coppetti, direttore dell’Unità operativa complessa servizi alla persona e prevenzione dell’Asst Rhodense –. Purtroppo gli spazi delle nostre sedi vaccinali non ci consentono di accogliere un numero superiore di persone rispetto a quelle che arrivano con la prenotazione, che sono in media 360 ogni giorno al Pot di Bollate (prima o seconda dose) e 180 all’ospedale di Passirana. Le dosi di vaccino ci sono per tutti e quindi ci siamo organizzati per aumentare le sedute vaccinali. Sappiamo che molti anziani aspettano da settimane l’appuntamento". E proprio per completare la campagna vaccinale over 80 sabato 10 e domenica 11 aprile all’ospedale di Garbagnate Milanese, dove si è conclusa la prima fase di vaccinazione del personale scolastico, saranno garantire 500 vaccinazioni al giorno agli anziani. Altre 700 vaccinazioni saranno garantite con l’aggiunta di sedute vaccinali all’ospedale rhodense. "C’è stata anche una grande disponibilità dei medici di medicina generale del territorio per le vaccinazioni domiciliari di pazienti non trasportabili", aggiunge la Coppetti.