Andrea Gianni
Cronaca

Gioco d’azzardo, il fallimento del 75enne che si è indebitato per salvare il figlio: “Anche la casa in vendita per aiutarlo”

Guglielmo ha offerto la nuda proprietà della casa di famiglia. La Uil Pensionati Lombardia interviene per offrire assistenza e supporto psicologico a entrambi

Gioco d’azzardo, è allarme

Gioco d’azzardo, è allarme

Per aiutare il figlio ludopatico Guglielmo, 75 anni, si è indebitato con la banca. E, nella disperata ricerca di denaro, è arrivato anche a cercare di vendere la casa di famiglia con la formula della nuda proprietà. Una soluzione che permette al venditore di un immobile di mantenere il diritto di abitare nella casa fino a quando resta in vita, cedendola nel suo caso per una somma ben al di sotto dei valori di mercato, sfruttata solitamente in situazioni di crisi. Un segnale di una "situazione drammatica", che stava precipitando, intercettato dalla Uil Pensionati Lombardia.

Guglielmo, vedovo, da quando è andato in pensione è infatti uno dei volontari del sindacato, al fianco delle persone più anziane di lui. "Mio figlio ha iniziato a giocare quando ha perso il lavoro – racconta – e le prime vincite gli avevano fatto sperare di trovare una facile soluzione alla mancanza di denaro. In principio giocava online, poi sono arrivate le scommesse e le macchinette. Si è indebitato, ha chiesto prestiti di denaro a persone poco raccomandabili e infine ha chiesto aiuto a me, suo padre. È un bravo ragazzo, ma non ha avuto fortuna nella vita". Guglielmo, quindi, ha iniziato una corsa per racimolare denaro, dando fondo ai risparmi e alla pensione, rinunciando alle vacanze e tagliando le spese quotidiane. I soldi, però, non bastavano mai.

Gli operatori della Uil Pensionati si sono accorti che il 75enne aveva serie difficoltà economiche quando ha cominciato a chiedere informazioni su prestiti bancari e cessione del quinto della pensione. Un campanello d’allarme, perché l’uomo godeva di una buona pensione e aveva già saldato da anni il mutuo sulla casa, quindi all’apparenza c’erano tutte le condizioni per una tranquillità economica. "Abbiamo capito che la situazione era drammatica quando Guglielmo ha iniziato a cercare informazioni per vendere la casa come nuda proprietà per avere liquidità – spiega la segretaria lombarda, Valeria Cavrini –. Lo abbiamo convinto a confidarsi con noi,e alla fine ha trovato il coraggio di confessare che i soldi servivano per pagare i debiti di gioco di suo figlio". L’uomo ha accettato assistenza psicologica, coinvolgendo nel percorso anche il figlio. E, ora, stanno combattendo insieme per tornare a galla.