Milano, 6 agosto 2024 – È deserto nei quartieri milanesi di pregio, dove c’è stata una fuga di massa dei residenti benestanti, come da tradizione agostana. Via Pagano si risveglia immersa nel silenzio. Gli splendidi palazzi d’epoca sono quasi tutti con le tapparelle abbassate. Sul marciapiede non si incrocia anima viva: si sente solo il rimbombo dei propri passi, il canto degli uccelli e il frinire delle cicale. Un “miracolo” bucolico-sonoro reso possibile dal fatto che il traffico è azzerato. Per parcheggiare sulle strisce gialle c’è l’imbarazzo della scelta. Il corniciaio e la lavanderia danno appuntamento al 2 settembre. Il tabaccaio chiuderà fra un paio di giorni. Per Roberto Bonaventura, titolare del Café Pagano, si tratta di resistere dietro al bancone fino all’8 agosto. Poi partirà per lidi vacanzieri e rientrerà in città dopo il 26. “Molti residenti, dopo la chiusura delle scuole, si trasferiscono nelle loro case al mare o in montagna, non rimangono certo a soffocare in città. Fino al mese scorso se non altro c’erano gli impiegati, adesso tutti gli uffici sono chiusi. Tenere aperto sarebbe un sacrificio inutile a livello economico e personale”. Un dato empirico. “Di solito entro le 11 del mattino abbiamo già preparato 600 caffè. In questi giorni la media è intorno ai 200” dice.
Aria di vacanza all’ombra di Porta Romana
Stesse scene di desolazione anche in viale Monte Nero, un trionfo di “buone vacanze” sulle serrande. Ad esempio la panetteria-pasticceria Galantino segnala di essere in ferie fino al 26 agosto, la storica pizzeria al trancio Cerro Ardente sarà operativa dalla sera del 27. Fa eccezione Barbara Becchi, titolare della gastronomia “L’Aquolina” che rimarrà in città fino al 12 agosto. Poi andrà in vacanza fino al primo settembre. Per più di una ragione: “Gli incassi si sono ridotti di almeno il 40% da questa settimana. Molti cittadini sono partiti. Quanto ai lavoratori degli uffici, se non stanno in spiaggia, sono in smart working. Tenere aperto tutto il mese non sarebbe solo anti-economico. Ma pure pericoloso: in zona ci aggirano solo presenze un po’ inquietanti. Non è solo una brutta sensazione. Settimana scorsa è bastato che sparissi un attimo in cucina perché qualcuno entrasse per rubarmi la borsa vicino alla cassa. Io me ne sono accorta solo più tardi, quando hanno chiamato sul telefono fisso per dirmi che avevano ritrovato la borsa con le chiavi. Ovviamente il portafogli non c’era più”.
Zona Sempione
Anche in via Piero della Francesca stessa “musica”. Molte piccole attività a conduzione familiare hanno deciso di allungare il periodo di ferie per tre o più settimane. La storica torrefazione Hodeidah ha fissato l’apertura il 26 agosto, la Drogheria del Borella il 27. La Casa del Pane allunga le vacanze fino al 2 settembre, l’Orto di Jack fino al 3 del mese prossimo. L’unica certezza (perché è sempre aperto questo mese, tranne nella settimana di Ferragosto) è lo storico negozio di forniture elettriche Meci, attività che risale al 1946. “Accontentare un cliente nelle sue richieste mi sa sentire utile e vivo” dice l’inossidabile titolare 83enne Isidoro Rossi. Quanto all’utenza “viene da tutta Milano, non solo per le classiche forniture. Abbiamo lampade speciali e siamo fra i pochi che offre il servizio di riparazione di modelli antichi”. Una scelta controcorrente, come quella di Cella Combustibili che rimarrà aperto fino al 12 agosto (chiudendo poi fino al 24 agosto).
“Ma non certo per il passaggio della via, per fortuna lavoriamo coi pubblici esercizi di tutta la città. Turisti? Non li abbiamo mai visti. Anche perché la zona, da quando ha chiuso la stazione Bullona una ventina di anni fa, non è più la stessa. Attività attrattive non ce ne sono. Anzi. Piazza Gramsci è esteticamente repellente e con quella fontana che non hai funzionato piena di rifiuti, non ha rivali per il titolo di piazza più brutta della città” dice il titolare Daniele Cella.
Per fare un “bagno di moltitudine” si devono seguire le rotte più gettonate fra i turisti, quindi Duomo di giorno e Darsena alla sera. Oppure si deve puntare verso la periferia dura e pura come Corvetto dove le attività etniche seguono la filosofia del “sempre aperto” e a giudicare dal numero di residenti in strada il mare, per quest’anno, rimane un miraggio.