ANDREA GIANNI
Cronaca

Milano, Leonardo morto alle scuole Pirelli. Al processo parla la maestra già condannata

"La mia collega diede il permesso di andare in bagno, pensavo lo seguisse la bidella". Il piccolo precipitò dalle scale

Leonardo Acquaviva

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I compagni di classe del piccolo Leonardo si stavano esercitando sulla scrittura delle vocali, in particolare la lettera O. Un gruppo di altri bambini stava scendendo le scale per raggiungere la palestra, con l’insegnante, mentre nelle aule si svolgevano le lezioni. Una routine scolastica interrotta dalla tragedia, attorno alle 9.30 del 18 ottobre 2019. Leonardo Acquaviva, 5 anni e mezzo, uscito per andare in bagno dalla sua classe al secondo piano della scuola elementare Pirelli, sale su una sedia girevole per affacciarsi dalle scale. Si sporge troppo e precipita, facendo un volo di circa 10 metri che è stato fatale. Attimi cristallizzati dalle testimonianze ascoltate ieri nell’aula del Tribunale di Milano, dove è in corso il processo a carico della docente di sostegno accusata di omicidio colposo. L’altra maestra che si trovava con la collega nella classe di Leonardo è già stata condannata a un anno di reclusione, mentre la collaboratrice scolastica in servizio al secondo piano ha patteggiato due anni. Al centro “buchi“ nella sorveglianza del bambino che, secondo la ricostruzione del pm Maria Letizia Mocciaro, avrebbe potuto prevenire la tragedia. "Da contratto devono vigilare sui bambini i docenti con l’aiuto dei collaboratori scolastici – ha spiegato in aula la dirigente scolastica Maria Stefania Turco – e in caso di un bisogno urgente durante le lezioni gli alunni devono essere accompagnati ai bagni".

Compito che possono svolgere i maestri, anche di sostegno, o i bidelli. Il difensore dell’insegnante di sostegno imputata, l’avvocato Michele Sarno, ha sollevato anche il tema del mancato rispetto di norme di sicurezza che imporrebbero di collocare i bambini di prima elementare in aule al piano terra, proprio per evitare cadute. "Per continuità didattica – ha risposto la dirigente – da noi i bambini crescendo usano sempre la stessa classe, dal primo all’ultimo anno. Così è sempre stato fatto, anche dai dirigenti precedenti. Due anni fa, inoltre, al piano terra del Pirelli c’era la mensa". Ha testimoniato in aula anche la maestra già condannata in abbreviato che, quando Leonardo è andato in bagno, stava svolgendo la lezione di italiano. "Ho visto l’insegnante di sostegno sulla soglia della porta della classe, con di fianco il bambino. Ho pensato che ci fosse qualcuno nel corridoio, anche perché la bidella aveva già preso servizio visto che era entrata in classe pochi minuti prima". Secondo il suo racconto, è stata la collega ad accordare a Leonardo il permesso di uscire. "Non ho pensato di chiederle di accompagnare il bambino – ha aggiunto – l’ho vista sulla soglia della porta mentre gli diceva: “Puoi andare, tranquillo“. A un certo punto abbiamo sentito delle urla. Poi l’altra maestra è uscita a vedere, mi ha chiamata: “Vieni, qualcuno è caduto“". Una scena avvenuta quasi sotto gli occhi dei bambini che stavano andando in palestra. "Con la coda dell’occhio ho visto qualcosa che precipitava – ha riferito la loro insegnante – e all’inizio pensavo fosse un pezzo di soffitto. Poi ho visto il corpo". Le urla hanno attirato anche l’educatrice di una cooperativa che segue alunni disabili. "Mi sono avvicinata al corpo e ho riconosciuto Leonardo dai capelli – ha raccontato – gli ho parlato, l’ho sfiorato con la mano ma non dava segni di coscienza".