Milano, la doppia vita del designer dei vip che spacciava droga a casa della nonna si faceva chiamare “l’ingegnere”

Il professionista arrestato vendeva marijuana e cioccolata allucinogena nella casa in cui risiedevano la madre ultrasettantenne e la nonna di 104 anni

I controlli hanno portato al sequestro di più di sette etti di marijuana e altrettanti di hashish, di barrette di cioccolata con funghi allucinogeni, di stecche di caramelle piene di hashish

I controlli hanno portato al sequestro di più di sette etti di marijuana e altrettanti di hashish, di barrette di cioccolata con funghi allucinogeni, di stecche di caramelle piene di hashish

La biografia on line descrive con dovizia di particolari la sua carriera accademica e professionale. La laurea nel 2010 in Architettura d’interni in un notissimo istituto del centro dopo gli studi a Brera e il master nel 2013 in una scuola altrettanto rinomata. E poi le collaborazioni con apprezzati colleghi e le esperienze lavorative come allestitore di mostre, stand espositivi, negozi di orologi, hall di alberghi e ristoranti.

L’operazione-lampo del commissariato Centro, andata in scena nei giorni scorsi, racconta ben altro. Racconta della seconda vita del trentasettenne interior designer incensurato. Sì, perché gli agenti di piazza San Sepolcro hanno arrestato M.B. con l’accusa di detenzione di droga ai fini di spaccio. L’uomo, che mai prima d’ora aveva avuto problemi con la giustizia (se non per una datata segnalazione amministrativa), aveva scelto un luogo quantomeno sui generis per smerciare dosi al riparo da occhi indiscreti: l’abitazione di famiglia in via Lanzone, lì dove vivono ancora la madre settantaquattrenne e la nonna di 104 anni, del tutto ignare di ciò che accadeva nella cameretta.

La vicinanza con l’università Cattolica lo avrebbe reso, secondo le indagini, pusher di fiducia di alcuni studenti dell’ateneo, che salivano all’ultimo piano ed entravano nell’abitazione per rifornirsi. Sulle chat di Telegram e Whatsapp si presentava come "L’Ingegnere", anche se in realtà è laureato in Architettura. L’indagine degli agenti dell’Investigativa, guidati dal dirigente Massimo Cataldi e dal funzionario Alessandro Corbetta, è partita dalla segnalazione dei residenti del condominio, esasperati da quel continuo viavai a qualsiasi ora del giorno.

I poliziotti in borghese si sono appostati lì davanti mercoledì scorso per mappare facce e movimenti. A un certo punto, hanno visto entrare e uscire in pochi minuti due ragazzi di 19 e 20 anni e hanno deciso di fermarli per un controllo: i giovani hanno ammesso di aver appena acquistato due dosi di hashish, indicando anche l’abitazione del venditore. "L’abbiamo preso dall’Ingegnere", hanno detto agli agenti, che li hanno sanzionati in via amministrativa e segnalati in Prefettura come assuntori di stupefacenti.

A quel punto, è scattata la perquisizione: ad aprire la porta è stata la settantaquattrenne, ignara come la madre di 104 anni di quello che combinava il figlio nella stanza accanto. Nella cameretta c’erano il trentasettenne e un diciottenne che stava fumando uno spinello. I controlli hanno portato al sequestro di più di sette etti di marijuana e altrettanti di hashish, di barrette di cioccolata con funghi allucinogeni, di stecche di caramelle piene di hashish, di sigarette elettroniche con resina di cannabis, di tutto l’armamentario per dividere e confezionare le dosi e di quasi 9mila euro in contanti. L’architetto è stato arrestato e mandato in direttissima dal pm di turno Francesca Crupi: il giudice ha convalidato il provvedimento e disposto la misura cautelare dei domiciliari.

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