Spacciatore e mercante d'arte: il broker della droga con la passione per Banksy

Inchiesta della Dda, ordinanza cautelare per 31 persone. C'è anche il 41enne Andrea Deiana, co-titolare di una nota galleria d'arte ad Amsterdam, che risulta latitante

Bansky

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Milano - Il nome, Andrea Deiana, probabilmente dice poco. Ma si tratta del proprietario, insieme a un socio, di un'imporante galleria d'arte moderna ad Amsterdam, specializzata nelle opere di Banksy, l'artista contemporaneo più famoso al mondo. Un mercante d'arte, insomma. E un narcotrafficante, secondo l'inchiesta della Dda che ha portato all'arresto di 31 persone per traffico internazionake di stupefacenti e ricicglaggio di opere d'arte. 

Tra i destinatari della custodia cauletare in carcere c'è anche lui, 41enne originario di Terracina, ritenuto un "importantissimo broker di stupefacenti internazionale, in grado di organizzare forniture per centinaia di chili", come si legge nell'ordinanza del gip Carlo Ottone De Marchi. Già arrestato in passato per fatti di droga in Italia e anche in Germania, Deiana è allo stesso tempo "un affermato imprenditore e titolare di una galleria d'arte ad Amsterdam, l'Art3035gallery". E, scrive ancora il gip, "dallo studio di diversi articoli e locandine rinvenute sul web" l'attenzione nell'inchiesta si è concentrata sulla "figura dell'imprenditore d'arte" non solo "perché l'uomo, privo di utili redditi dichiarati in Italia, nel 2018 dal nulla ha avviato la galleria d'arte, piuttosto per le opere e gli artisti da lui trattati". E tra questi "vi è proprio Banksy, considerato uno dei maggiori esponenti della street art, la cui vera identità rimane ancora sconosciuta".

 "Alla fine ho scaricato 617 chili (di hashish, ndr) a Milano e 180 a Roma" e nel futuro aveva in programma di importare una tonnellata nella Capitale - "prossima 1000 a Roma", diceva in una chat criptata tra Andrea Deiana, ritenuto il capo del gruppo specializzato nel traffico internazionale di droga smantellato dalla polizia e dalla Dda di Milano, e Manuel Fernandez - l'uomo che per gli inquirenti "provvedeva al ritiro dello stupefacente una volta illecitamente portato in Italia" - risalente al 30 agosto 2020. La droga, che ha viaggiato su gomma, è stata stoccata a Busnago per poi essere suddivisa in varie partite. L'intercettazione è riportata nell'ordinanza di custodia cautelare (31 le misure emesse) di oltre 850 pagine firmata dal gip di Milano Carlo Ottone de Marchi.

Nelle quasi 900 pagine dell'ordinanza vengono riportati i colloqui via chat tra gli indagati e si spiega che gli "attori protagonisti di questa storia criminale" sceglievano i "nickname dei telefoni criptati in base alle proprie passioni o orientamenti politici". E Deiana si faceva chiamare appunto Banksy. Da una delle chat del giugno 2020, tra l'altro, riassume il gip, emerge che al presunto broker del narcotraffico era "venuto in mente di utilizzare l'attività" di un'altra persona "per bonificare 20mila euro" e una "scusa per giustificare quella movimentazione era da ricondurre all'acquisto di un quadro di Banksy". Il gip rileva anche che Deiana ha "rapporti, costanti, con ambienti della malavita locale ed internazionale" e "connessioni con il mondo della criminalità organizzata campana". In una chat diceva: "Ho un accordo con amici a Napoli e si offendono se mi metto a lavorare con altri con coca".  Deiana, destinarario dell'ordinanza di custodia cauletare in carcere ma non ancora arrestato, è al momento latitante.

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