
Il Mc Donald’s chiuso in piazza San Babila
Milano, 19 ottobre 2015 - Non c'è pace per Mc Donald’s. Dopo la chiusura improvvisa decisa dalla proprietà in primavera per lo storico ristorante di piazza San Babila, arrivò a luglio il licenziamento di quattro ex dipendenti iscritti al sindacato, due anche delegati. E proprio contro questi provvedimenti, impugnati in sede giudiziaria, oggi a mezzogiorno i lavoratori del «Mc» presidiano il tribunale del lavoro davanti all’ingresso di via San Barnaba. «È vero che in questi anni Mc Donald’s ha rappresentato per molti giovani e meno giovani, italiani e stranieri, un’opportunità di lavoro – riconoscono insieme Cgil, Cisl e Uil di settore – ma per questo abbiamo con stupore assistito a quanto avvenuto nella nostra città».
Dopo la chiusura del «Mc» di San Babila, infatti, dei 44 ex lavoratori la multinazionale ne licenziò solo quattro, due stranieri che da anni lavoravano per l’azienda e due donne anch’esse assunte da tempo. «Unico dato comune, erano tutti iscritti al sindacato e due erano rappresentanti sindacali». Perché proprio loro, si chiedono dunque i sindacati. «Purtroppo non è stato possibile trovare una ricollocazione per quattro figure professionali la cui tipologia non è più prevista nell’attuale organizzazione dei ristoranti della catena», metteva le mani avanti l’azienda. Sullo sfondo, però, resta quello sciopero di protesta di un’ora indetto lo scorso maggio nel Mc Donald’s di San Babila, per chiedere la riapertura della trattativa per il rinnovo del contratto nazionale del turismo scaduto da due anni. Anche per questo, dunque, contro i quattro licenziamenti Cgil, Cisl e Uil hanno depositato un ricorso per comportamento discriminatorio e antisindacale dell’azienda, «finalizzato al reintegro dei lavoratori e a tutelare la libertà sindacale all’interno dell’azienda».