McDonald’s di piazza San Babila sfrattato: il fast food dei paninari abbassa la saracinesca

Scioperano i 44 lavoratori: la comunicazione e i trasferimenti arriva 24 ore prima della chiusura di Luca Zorloni

Gruppo di «paninari» davanti all’allora Burghy  di piazza San Babila, angolo corso Europa, nel 1985

Gruppo di «paninari» davanti all’allora Burghy di piazza San Babila, angolo corso Europa, nel 1985

Milano, 20 luglio 2015 - Da ieri pomeriggio la serranda è abbassata: chiude il Mc Donald’s di piazza San Babila. Milano dice addio a uno dei primi fast food della città. Nel 1981, all’angolo tra corso Europa e largo Toscanini, si accendevano le insegne di Burghy. Era il primo in Italia, destinato a diventare il ritrovo dei paninari e l’epicentro della moda dei nuovi yuppie milanesi. Il ristorante è finito poi nel portafoglio di McDonald’s, quando nel 1996 la multinazionale Usa dell’hamburger ha acquisito Burghy dal gruppo Cremonini. McDonald’s lascia piazza San Babila per questioni di affitto: la proprietà dei muri, infatti, non vuole rinnovare il contratto al colosso. Tuttavia la notizia della chiusura e del relativo trasferimento è arrivata ai 44 dipendenti del punto vendita solo ieri, a meno di 24 ore dallo stop totale delle attività, a partire da questa mattina.

«Non siamo stati avvertiti della chiusura, né sono stati contrattati con l’azienda i trasferimenti», scandisce la Filcams Cgil Milano. I delegati sindacali del gruppo hanno organizzato subito un presidio fuori dal fast food, bloccando l’attività a metà pomeriggio («Chiuso per problemi tecnici», recitava invece un cartello sulle porte). In contemporanea, altri quattro ristoranti della catena della grande M hanno incrociato le braccia per solidarietà con i colleghi ed è stato proclamato lo «stato di agitazione».

La chiusura dello storico fast food era nell’aria e «deriva dalla decisione della proprietà dell’immobile di non rinnovare il contratto di affitto dei locali», spiega McDonald’s in una nota. Le offerte economiche non hanno smosso i proprietari dei muri, puntualizzano dall’azienda, e «il negoziato si è chiuso con la conferma dello sfratto». Entro il 31 luglio il ristorante deve essere sgomberato. In genere, spiegano dalla rsu, la direzione annuncia con un mese di anticipo il trasloco e con i sindacati studia i trasferimenti. «McDonald’s – comunica la società – si è subito attivata per identificare le possibili soluzioni per i 44 dipendenti». I delegati sindacali tuttavia riferiscono che i lavoratori sono stati convocati a fine turno per essere assegnati a nuovi ristoranti, senza poterli discutere, e quelli che non sono in servizio oggi ancora non conoscerebbero le destinazioni. Una rappresentante sindacale, inoltre, è stata allontanata dagli uffici del ristorante. Mentre altri fast food sono pronti a fermare le cucine nelle prossime ore.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro