
Milano – Domenico Livrieri, il quarantaseienne arrestato con l’accusa di aver ucciso la vicina di casa Marta Di Nardo, di 60 anni, sarà risentito nei prossimi giorni dal pm Leonardo Lesti. Nessuna perizia psichiatrica sarà disposta per ora, perché la procura attende anche gli esiti degli accertamenti sui conti della donna e su quelli dell’uomo che dopo averla uccisa l’ha depezzata.
"Mi dispiace per quanto accaduto, mi dispiace aver assassinato Marta con la quale avevo un buon rapporto. L’ho fatto perché volevo prenderle il bancomat e prelevare liberamente, l’ho colpita al collo con un coltello". Così ha detto Livrieri durante il primo interrogatorio di garanzia davanti al pm, fornendo un movente economico alla base dell’aggressione mortale. Movente non convincente per il pm che, comunque, utilizzerà la confessione spontanea di Livrieria per contestargli l’aggravante della rapina. Dopo gli accertamenti sul quadro economico e dopo averlo risentito il pm deciderà se chiedere una perizia psichiatrica che dovrà definire se al momento dell’omicidio fosse capace di intendere e volere. Capace quindi di stare in giudizio e, di conseguenza, in carcere o se destinato ad un assoluzione per essere ricoverato poi in una Rems. Da tempo Livrieri era in cura per una personalità borderline. Se dovesse definirsi un quadro di capacità di intendere e volere, l’aggravante della rapina gli impedirà di chiedere il rito abbreviato e di ottenere perciò lo sconto di un terzo della pena.
L’assassino viveva da solo alla scala C del caseggiato Aler di via Pietro Da Cortona 14 in zona viale Argonne, mentre la Di Nardo nella scala D. Al gip lui ha raccontato di averla conosciuta in un bar della zona e di avere con lei un rapporto di amicizia e assistenza reciproca: la donna gli preparava da mangiare e gli prestava denaro stando almeno a quanto spiegato dallo stesso Livrieri. E la mattina dell’omicidio, il 4 ottobre, lui l’aveva chiamata al telefono (alle 8.28: quella, come accertato in seguito, è stata la sua ultima conversazione) per restituirle 20 euro.
Quindi la donna lo aveva raggiunto a casa. Sempre secondo quanto riferito dall’uomo, mentre erano seduti sul bordo del letto a conversare, lui aveva tirato fuori un coltello nascosto in precedenza sotto la coperta per poi sferrarle un fendente al collo mentre la donna era di spalle. Poi l’uomo aveva nascosto il corpo sotto il letto e lì lo aveva lasciato per una settimana, dopo aver pulito il pavimento dal sangue. Infine, la decisione di tagliarlo in due pezzi con la stessa arma del delitto.
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